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Sicilia e il voto, verso le primarie

Domani è primo giorno di primavera, e la stagione entrante sarà caratterizzata dalle elezioni amministrative in 140 Comuni siciliani, compresa la città di Palermo. La data del voto non è stata ancora stabilita dal ministero dell’Interno. Poi, in autunno, sarà la volta delle elezioni Regionali per il rinnovo dell’Assemblea, con 70 e non più 90 deputati, e l’elezione del nuovo Presidente della Regione. Il dibattito politico attuale, almeno ad ampio raggio, verte sulle Primarie di coalizione. Il prossimo 30 aprile, a meno di dietrofront, si confronteranno nei seggi di casa centrodestra i candidati di ciascuna formazione politica. In corsa, al momento, vi sono Nello Musumeci, leader di “Diventerà Bellissima”, e poi Gaetano Armao, professore universitario di diritto amministrativo e presidente del Consorzio universitario di Agrigento. In quota Forza Italia si accredita il nome del senatore Enzo Gibiino, ex coordinatore regionale del partito, il quale avrebbe già raccolto 8mila firme a sostegno della propria candidatura, e per “Noi con Salvini” ha ufficializzato la partecipazione il coordinatore regionale Angelo Attaguile. Sulle Primarie di centrodestra incombono comunque le riserve già espresse da Forza Italia, in ragione della contrarietà al metodo da parte del presidente Berlusconi. Nel frattempo, nella prospettiva del voto del 30 aprile, Nello Musumeci ha già annunciato che il 26 marzo si dimetterà da presidente della Commissione regionale antimafia per evitare che sulla stessa Commissione possano ricadere delle pregiudiziali. Dall’altra parte della barricata, Rosario Crocetta, prosegue la marcia a cavallo del suo movimento “Riparte Sicilia”, ribadendo che non sarà solo ma sostenuto da altre coalizioni a connotazione sicilianista, come testimoniato, nel logo del movimento, dalle 9 stelle che rappresentano le 9 province della Sicilia. A fronte di ciò non è ancora risolto l’interrogativo sulla strada che intraprenderà il Partito Democratico, se a fianco di Crocetta oppure con un proprio candidato, e in tal caso l’attuale sottosegretario alla Sanità, Davide Faraone, sarebbe in pole position. E’ ovvio che nell’ipotesi non remota di un centrosinistra diviso, e di un centrodestra altrettanto esitante su primarie e accordi di coalizione, si rafforzerebbe ancor di più la posizione del Movimento 5 Stelle nella corsa alla Presidenza della Regione.

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