In principio fu la campagna elettorale, poi è stato il voto, adesso è la formazione del governo regionale siciliano, e domani sarà quel che sarà? Chi vivrà vedrà? No. L’Istituto “Demopolis”, diretto da Pietro Vento, tra il 26 e il 28 novembre scorsi ha importunato 800 siciliani, rappresentativi di un campione di maggiorenni e vaccinati aventi diritto al voto, e ha domandato loro: “Altro che sarà quel che sarà. Che pensate invece che debba essere. Ossia, quali sono secondo voi le priorità che gli assessori a palazzo d’Orleans dovranno affrontare?”. Ebbene, loro, il 45%, ha risposto innanzitutto la riduzione degli sprechi e l’efficienza della burocrazia. Poi, il 53% una efficace e proficua gestione dei fondi europei per lo sviluppo. Poi, il 64% la qualità dei trasporti, della viabilità e delle infrastrutture. Poi il 67% l’affidabilità della sanità pubblica. E poi, l’80% gli interventi per il lavoro e l’occupazione. E il direttore di Demopolis, Pietro Vento, commenta: “Dunque, come priorità assoluta per il Governo Musumeci l’80% dei cittadini indica l’occupazione, legata a doppio filo con la ripresa economica nell’Isola. La Sicilia avverte in modo rilevante gli effetti della crisi degli ultimi anni: la questione lavoro pesa oggi ancor più che in passato, mentre cresce nelle famiglie la convinzione che manchino nell’Isola reali prospettive occupazionali per le nuove generazioni. Poi, il 67% dei siciliani chiede al Governo e al nuovo Assessore alla Salute un impegno preciso per ridare efficienza alla sanità pubblica, i cui servizi sono oggi bocciati dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Sul podio dell’agenda di governo dei siciliani, con il 64% delle indicazioni, si attesta al terzo posto il tema dei trasporti, della viabilità e delle infrastrutture, che costituisce il pre-requisito per qualunque credibile ipotesi di sviluppo. Il 53%, quindi la maggioranza assoluta dei siciliani intervistati da Demopolis, chiede al Presidente Musumeci una capacità strategica di programmazione e gestione dei fondi europei, ben diversa da quella mostrata, negli ultimi cinque anni, dal Governo Crocetta. Per il 45% risultano infine necessarie la riduzione degli sprechi ed una nuova efficienza della burocrazia regionale”.