L’incidente e la morte di Chiara La Mendola: il Tribunale di Agrigento condanna ad 1 anno di reclusione per omicidio colposo i funzionari comunali Principato e Triassi.
Lo scorso 17 aprile la Procura della Repubblica di Agrigento, nel corso della requisitoria, ha rilevato la responsabilità del Comune di Agrigento, per omicidio colposo, perché non ha riparato la profonda buca stradale in via Cavaleri Magazzeni, ad Agrigento, tra San Leone e Cannatello, che intorno alle ore 18 del 30 dicembre 2013 ha provocato la morte di Chiara La Mendola, 24 anni di età. E il pubblico ministero, Calogero Montante, ha proposto la condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione ciascuno a carico del dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, 62 anni, e del funzionario, Gaspare Triassi, 53 anni, responsabile del servizio strade comunali. Adesso si è pronunciato il giudice monocratico del Tribunale, Giuseppe Miceli, ha inflitto 1 anno di reclusione ciascuno a Principato e a Triassi, riconoscendoli responsabili di omicidio colposo. Inoltre, è stata sentenziata una provvisionale di risarcimento del danno, quindi un anticipo: 25mila euro ciascuno ai genitori di Chiara, e 10mila euro ciascuno ai fratelli Ignazio e Marco, tutti parte civile al processo tramite gli avvocati Diego Galluzzo e Giuseppe Arnone. Determinante al fine dell’esito del primo grado di giudizio è stata la perizia del consulente della Procura, il dottor Pietro Munzone, secondo cui la buca in strada è stata la causa dell’ incidente: se non vi fosse stata la buca, peraltro mimetizzata perché colma di acqua piovana, e in mancanza di alcun segnale di pericolo, la ragazza non sarebbe caduta dal suo scooter. E il 31 dicembre del 2013, il giorno dopo l’evento funesto, il parroco della chiesa di San Gregorio, a poca distanza dal luogo del sinistro mortale, don Enzo Sazio, affermò: “Quella buca era stata denunciata quattro mesi fa, durante un incontro in parrocchia tra gli abitanti della zona e l’Amministrazione comunale. Ma in quattro mesi nessuno ha fatto niente”. I difensori di Principato e Triassi, gli avvocati Giuseppe Scozzari e Antonino Manto, hanno opposto: “La buca non è stata la causa dell’incidente. E comunque, i funzionari comunali non ne hanno avuto contezza perchè non è stata segnalata”. A fronte di ciò, su iniziativa dell’avvocato Giuseppe Arnone, è stato ascoltato come testimone l’automobilista coinvolto nell’inchiesta e poi assolto, il quale ha dichiarato: “Mi sono accorto che Chiara La Mendola ha tentato in tutti i modi di mantenere l’equilibrio dello scooter alcune decine di metri dopo la buca. E’ fuor di dubbio che a provocare lo sbandamento e la caduta è stata la buca”.