Sondaggio in Sicilia 13 mesi dopo il voto per le Regionali. L’esito sul presidente della Regione e sulle politiche del Governo. La replica di Musumeci.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, 63 anni di età, è stato votato ed eletto il 5 novembre 2017 con 830.821 voti su 4.681.634 aventi diritto al voto in Sicilia. Ha ottenuto il 39,8% dei voti, e le liste a lui collegate il 42%, con 29 seggi più i 7 del listino del presidente, quindi 29 più 7 uguale 36, ovvero la maggioranza su 70 deputati. Ebbene, adesso, 13 mesi dopo, Nello Musumeci mantiene la fiducia di quasi un siciliano su due, ma sarebbe votato dal 27% dei siciliani, e non più dal 39,8% del 2017. Almeno così emerge da un sondaggio di Keix Data for Knowledge commissionato e pubblicato dal quotidiano “La Sicilia”. Tra il 29 novembre e il primo dicembre scorsi sono state eseguite 957 interviste su un campione rappresentativo della popolazione di elettori siciliani. Dunque, quasi un siciliano su due, il 45%, si fida di Musumeci: l’8% con un livello “ottimo”, il 15% con “buono” ed il 22% con “sufficiente”. Poi, invece, in riferimento alle politiche del Governo regionale il voto medio è 4, ovvero scarso. E, più nel dettaglio, infrastrutture e trasporti 4,34, gestione dei rifiuti 4,24, turismo 4,22, e poi ancora giù fino a spesa dei fondi europei, istruzione e formazione professionale 3,90. Il sondaggio ad esito negativo sulle politiche del Governo si ripercuote anche sul giudizio sugli assessori: gli assessori Pierobon ai servizi primari come acqua e rifiuti, e Turano alle attività produttive, sono le maglie nere, i peggiori. Invece Razza alla Sanità e Tusa ai Beni Culturali sono i meno peggio. Ed ancora secondo il sondaggio, il 69 per cento dei siciliani boccia anche le opposizioni, con un 33% di fiducia ed un 31% di gradimento: quindi quasi 7 siciliani su 10 non apprezzano l’operato del Movimento 5 Stelle e del Centrosinistra all’Assemblea Regionale. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, replica così al sondaggio: “Non ci meraviglia. Non siamo stati eletti per fare ‘fuochi d’artificio’, ma per realizzare quello che nessuno aveva fatto prima di noi, in una Regione che detiene il triste primato di essere in coda a tutte le altre. Ricordo che si tratta di un sondaggio affidato a chi aveva pronosticato un anno fa la vittoria dei nostri avversari. Non ci stupisce, quindi, il risultato di un sondaggio molto discutibile. Al momento del nostro insediamento abbiamo annunciato: lavoriamo in silenzio. Non paga oggi, anche perchè abbiamo dovuto dire e continueremo a dire tanti no. Ma pagherà nel futuro. Noi rispondiamo ai siciliani e non vogliamo fare l’errore di chi dedica più tempo a comunicare e quasi nulla a lavorare. Si è visto come è finito… C’è un tempo per ogni cosa. Verrà la stagione del raccolto, oggi è tempo di proseguire a lavorare. È il dovere del silenzio o, se volete, il silenzio del dovere”.