HomeCronaca“Cuci e scuci”, condanne e rinvii a giudizio (video)

“Cuci e scuci”, condanne e rinvii a giudizio (video)

Tangenti e corruzione al Provveditorato Opere pubbliche. Conclusa l’udienza preliminare. Tre patteggiano la condanna. Altri a giudizio. Coinvolti anche due agrigentini.


In Sicilia, e non solo, spesso tra il dire e il fare c’è di mezzo una busta da dare. Ecco perché a Palermo, al palazzo di giustizia, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Michele Guarnotta, ha appena ratificato il patteggiamento della condanna di tre imputati di corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Cuci e scuci”, frutto delle indagini della Squadra Mobile. Le tangenti della corruttela sarebbero state pagate al Provveditorato delle opere pubbliche, competente per la gestione e i pagamenti dei lavori pubblici eseguiti in tutta la Sicilia. I condannati sono un impiegato e due imprenditori: l’impiegato avrebbe teso la mano, e i due imprenditori avrebbero accettato di pagare mazzette per lubrificare a loro favore l’esecuzione degli appalti. L’impiegato, Antonio Casella, 46 anni, di Palermo, che dopo l’arresto ha collaborato con i magistrati, ha patteggiato 4 anni e 3 mesi di reclusione. I due imprenditori hanno patteggiato 2 anni e 10 mesi Giuseppe Giovanni Tunno, 45 anni, di Canicattì, e 2 anni Tommaso D’Alessandro, 55 anni, di Bagheria. Il processo prosegue perché la platea degli imputati è più affollata. Claudio Monte, 49 anni, di Palermo, altro impiegato del Provveditorato alle opere pubbliche, e l’imprenditore Franco Vaiana, 80 anni, di Palazzo Adriano, sono stati ammessi al giudizio abbreviato. Altri 9 sono stati rinviati a giudizio ordinario, a marzo, e sono Carlo Amato, 53 anni, di Palermo, presunto ideatore del sistema “cuci e scuci”, insieme agli altri impiegati Fabrizio Muzzicato, 47 anni, di Enna, Francesco Barberi, 65 anni, di Agrigento, e Antonino Turriciano, 60 anni, di Castellammare del Golfo. E poi gli imprenditori Giuseppe Messina, 67 anni, di Enna, Filippo Messina, 41 anni, di Enna, Ignazio Spinella, 44 anni, di Marineo, Lorenzo Chiofalo, 50 anni, di Nardò, in provincia di Lecce, e Giuseppe Pinto Vraca, 67 anni, di Castel’Umberto, in provincia di Messina. Lo scorso 7 maggio Antonio Casella, geometra e geologo, funzionario dipendente del Provveditorato alle Opere pubbliche per la Sicilia, a ridosso del Teatro Massimo, è stato arrestato. E con lui sono stati arrestati altri tre dipendenti, tutti ingegneri, Claudio Monte, Carlo Amato e Francesco Barberi. Le indagini della Squadra Mobile sono state intraprese a seguito della denuncia di un imprenditore della provincia di Enna, Gaetano Debole, che non si è piegato al ricatto delle tangenti. Sfogliamo alcune pagine dell’indagine: il 4 dicembre del 2017 Barberi, Casella e Monte sono insieme in ufficio, hanno appreso che un imprenditore collabora con i magistrati, e sospettano del “traditore” (tra virgolette). Barberi: “Questo che c’ha la fissa del…”. E Casella aggiunge: “La fissa del paladino della giustizia”. E Monte ribatte: “Ma magari gli sparassero”. Poi Casella racconta dettagli sui metodi corruttivi usati: “Abbiamo falsificato gli atti contabili dei lavori, così l’imprenditore incassa più soldi, e il più che incassa lo paga in parte a noi come tangente”. Poi i magistrati domandano: “Come sono stati falsificati gli atti contabili?” E Antonio Casella risponde: “Alcune volte abbiamo aumentato i quantitativi nel senso che se per una lavorazione era necessario eseguire un metro quadrato ne contabilizzavamo dieci metri quadrati…”. Altre volte le tangenti sono state mascherate sotto forma di consulenze. E Casella ricorda il caso della costruzione della caserma dei Carabinieri a Capaci, e racconta: “Ho ricevuto dall’imprenditore titolare dei lavori due volte 500 euro come consulenze private da me svolte. E io ho ricambiato adoperandomi per occultare dei lavori non eseguiti, per evitare il collaudo a conclusione dell’opera, e per affidargli altre tranche di lavori”.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano al giugno 2023 quasi 30 milioni di visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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