HomeCronacaAgrigento, Angela Galvano, riserve su reparti covid ad Agrigento e a Sciacca

Agrigento, Angela Galvano, riserve su reparti covid ad Agrigento e a Sciacca

Angela Galvano
La consigliere comunale di Articolo 1 di Agrigento, Angela Galvano, esprime delle riserve sulla scelta, frutto del Piano sanitario regionale, di allestire reparti covid all’interno degli ospedali di Agrigento e Sciacca. Angela Galvano afferma: “Le soluzioni degli organi regionali ci avvicinano molto a esperienze drammatiche che si sono consumate in altre realtà del Nord negli ospedali monoblocco, e che hanno determinato una moltiplicazione esponenziale dei contagi. Inserire i reparti covid 19 all’interno delle strutture ospedaliere monoblocco contraddice ed elude le linee guida inserite nel Piano Regionale contro le pandemie in Sicilia del 2009 predisposto e mai tenuto in considerazione, come segnalato più volte dai sindacati e dallo stesso personale della protezione civile regionale. Noi riteniamo che sia necessario e giusto attrezzare al più presto, data la carenza atavica, il nostro territorio di strutture autonome, attrezzature e personale idoneo, per dare una più sicura e immediata risposta all’emergenza del coronavirus. Gli ospedali di Agrigento e Sciacca, non garantiscono queste determinanti esigenze. Anche il ministro Speranza, in una recente intervista, sul tema in generale ha affermato: “Bisogna intensificare in tutti i territori la presenza di Covid hospital, che dovranno restare aperti anche quando il virus allenterà la presa sull’Italia. Questo perché fino alla distribuzione del vaccino non si può escludere un’ondata di ritorno del virus. L’ospedale misto è ingestibile in questo quadro. Troppo rischioso per gli altri degenti, troppo rischioso per tutto il personale e lo abbiamo visto: dovremo ringraziare per sempre il sacrificio di medici e infermieri. Infine non si può nemmeno correre il rischio di penalizzare tutti gli altri pazienti e tutte le altre cure. Anche gli altri ammalati gravi per tutte le altre patologie hanno il diritto di essere curati. Purtroppo ci sono ancora e gli ospedali tradizionali devono potersi concentrare su tutte le terapie ordinarie, perché purtroppo il coronavirus non ha fatto sparire altre malattie altrettanto gravi”.

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