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“Concorsi vietati ai condannati per reati gravi”, il Tar da ragione a una donna

I soggetti condannati per gravi reati – anche con pena sospesa- non possono partecipare ai pubblici concorsi finchè il Giudice penale non dichiari il reato estinto. Il TAR conferma l’esclusione di una concorrente. La sig.ra B.S. ha partecipato ad una procedura selettiva indetta dal MIUR per la stabilizzare di 305 unità di personale che aveva svolto mansioni corrispondenti a quelle di collaboratore professionale.
L’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, tuttavia, ha escluso la suddetta concorrente dalla procedura, avendo la stessa riportato – oltre 10 anni prima – una condanna per il reato di falsa testimonianza. La concorrente ha impugnato innanzi al TAR Sicilia Palermo la suddetta esclusione, sostenendo che la pena alla stessa inflitta (anni due di reclusione) fosse stata sospesa e, pertanto, il reato si sarebbe estinto automaticamente, non avendo la stessa commesso alcun altro delitto nel quinquennio successivo alla sentenza di condanna. Il Presidente del TAR, con Decreto Cautelare, ha accolto la richiesta di misura cautelare monocratica formulata dalla sig.ra B.S.
L’Amministrazione scolastica – in esecuzione del Decreto del Presidente del TAR Palermo – ha disposto l’ammissione con riserva della citata concorrente al concorso e ha proceduto ad inserirla in posizione utile. La sig.ra T.A, altra partecipante alla medesima procedura (che si è vista superata in graduatoria per effetto della riammissione della concorrente originariamente esclusa) ha proposto, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, un atto di intervento in giudizio, chiedendo il rigetto del ricorso. E il Tar le ha dato ragione.
Il TAR Sicilia, con la suddetta sentenza. Ne consegue che, fino a quando non intervenga quel provvedimento giurisdizionale (che va di norma richiesto con istanza di parte) non può legittimamente parlarsi di reato estinto. Per effetto della suddetta sentenza del TAR Palermo, B.S. non potrà conseguire, a causa della condanna riportata, l’immissione in servizio.

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