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Ipotesi lockdown e polemiche

Si riducono i contagi in Sicilia. L’ipotesi del lockdown come marzo prospettata dal presidente della Regione, Musumeci, e le polemiche politiche.

Si riducono i numeri giornalieri sulla pandemia covid 19 in Sicilia: sono 1.230 i nuovi positivi a fronte di 21.609 tamponi processati, con una incidenza del 5,7%. L’Isola, secondo il bollettino del ministero della Salute del 21 gennaio, scivola dal secondo al quinto posto per contagi tra le regioni d’Italia. Ma la flessione nei dati non fa calare l’attenzione. E il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rilancia l’allarme e non esclude, in caso di risultati ancora negativi, non solo che la Sicilia continui a restare zona rossa, ma che si corra il rischio di un lockdown fortemente restrittivo, come quello della scorsa primavera. Musumeci ha spiegato: “Siamo preoccupati. Il diritto alla vita è prioritario, e se il contagio non dovesse abbassarsi noi alla fine del mese adotteremo ulteriori misure restrittive d’intesa con il Governo nazionale, e non escludo che si possa arrivare ad un lockdown come quello dello scorso mese di marzio. Sono molto allarmato perché i siciliani non hanno capito la gravità del momento: basta guardare le foto e i filmati per rendersi conto della indisciplina di una minoranza di cittadini” – conclude. E quella di Musumeci è una valutazione in parte contestata dal capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale, Giuseppe Lupo, che afferma: “E’ vero: continua ad esserci una minoranza di cittadini che non rispetta le regole, ma da un presidente della Regione che agisce anche nella veste di commissario Covid ci aspettiamo qualcosa in più dell’ennesimo scaricabarile. Musumeci non può continuare ad accusare ‘l’altro di turno’ per tentare di nascondere le proprie inefficienze”. Nel frattempo prosegue il piano di vaccinazione anti Covid in Sicilia e una novità è che il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa, Angelo Aliquò, ha annunciato che “per evitare ulteriori sprechi, i richiami saranno somministrati a tutti, anche ai presunti furbetti che hanno avuto la dose pur non figurando negli elenchi”. Ancora nel frattempo, l’associazione a difesa dei consumatori, Codacons, lancia l’allarme ‘sciacalli’ in alcuni reparti Covid degli ospedali siciliani, che sono inaccessibili anche ai parenti dei ricoverati, ma che, a quanto pare, stanno diventando sempre più il regno di ladri senza scrupoli che rubano fedi, cellulari e preziosi di ogni genere posseduti dai pazienti.

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