Le strade per fare musica sono oggi veramente tante, tutto sta a capire come percorrerle. Le vecchie distinzioni stanno strette a menti e cuori curiosi e attenti e proprio per questo esiste una sola distinzione possibile, quella tra musicisti e musiche interessanti o meno. Quella di Lil’Owl (aka Alberto Stuto) è sicuramente un percorso di crescita interessante, tanto quanto lui è un musicista interessante. Non teme di mischiare le sue origini di dj e il suo amore per il basso elettrico, la ballabilità e l’improvvisazione, la dance e il jazz, il blues e non teme di confrontarsi con musicisti altri, rappresenta, nonostante la sua giovane età, un esempio di commistione, comunicazione.
Il suo disco d’esordio parla di tutto questo, porta in se come tutte le musiche di qualità, un po di passato proiettato verso il futuro. Dopo un intenso anno di preproduzione al fianco di Daniele Grasso (Niggaradio, Cesare Basile, Afterhours, Diego Mancino, …) il singolo scelto per fare da apripista al futuro lavoro discografico è “My dear”, un brano che parla una lingua meticcia e di una di quelle mancanze che spesso ispirano gli artisti, nato da un viaggio introspettivo dell’artista, sia personale che musicale.
Da qui nasce anche l’idea del videoclip ufficiale, disponibile da qualche giorno su YouTube: frutto dei ricordi dell’artista, miscelate a delle scene 3D, insieme vanno a rappresentare quel viaggio spirituale a cui si faceva riferimento prima, un collegamento con l’aldilà a voler cercare un contatto con una persona cara che non c’è più e di cui si avverte una forte mancanza.
Il disco uscirà prossimamente per Dcave records, buono per ballare ed emozionarsi ed interessante a molti livelli…
