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“Regionali”, tra ambientalisti e industriali

Legambiente Sicilia pone 11 quesiti ai candidati alla presidenza della Regione Siciliana. L’intervento di Gianfranco Zanna. Prospettive negative per le piccole e medie imprese: l’intervento di Albanese, presidente ConfIndustria.

In occasione delle elezioni Regionali del 25 settembre si mobilitano anche gli ambientalisti, e interrogano i sei candidati alla presidenza della Regione: in ordine alfabetico Armao, Chinnici, De Luca, Di Paola, Esposito e Schifani. In particolare è Legambiente Sicilia che pone agli aspiranti governatori della Sicilia 11 quesiti che spaziano dallo Stretto alla questione dell’acqua, ai rifiuti, incendi e sanatorie. Le risposte agli 11 quesiti saranno raccolte dal movimento ambientalista presieduto in Sicilia da Gianfranco Zanna, e saranno in seguito rese pubbliche. E lo stesso Zanna spiega: “Abbiamo chiesto ai candidati alla presidenza, che hanno accettato, un parere sui contenuti e sulle proposte che Legambiente porta avanti da anni, al fine di delineare e pensare un futuro per la Sicilia sostenibile, ecologico, in equilibrio tra uomo e natura, di difesa dei territori e dei diritti. Per raggiungere questi obiettivi riteniamo che bisogna affrontare alcuni nodi strategici, soprattutto adesso che bisogna costruire e realizzare la transizione ecologica. Le richieste ai candidati sono frutto di un lavoro corale dell’associazione ambientalista su temi che sono fondamentali per il nostro futuro. Basti guardare ai cambiamenti climatici che viviamo sulla nostra pelle ogni giorno. Ovviamente è stata fatta una cernita, e per ragioni di chiarezza abbiamo impostato volutamente le domande per ricevere una risposta secca: sì o no, con una breve spiegazione. Aspettiamo le risposte entro martedì 20 settembre e, quindi, le renderemo pubbliche. Più nel dettaglio, gli 11 temi oggetto del sondaggio sono: transizione ecologica, beni culturali, sanatorie e condoni edilizi, aree protette e biodiversità, incendi, caccia, rifiuti ed economia circolare, agricoltura, acqua, concessioni demaniali, e mobilità nello Stretto”. Ed in prospettiva, il contesto di una congiuntura economica non certo favorevole, ad aggravio dell’azione del futuro governo, è confermato da Alessandro Albanese, presidente degli Industriali siciliani, che afferma: “Nell’ultimo anno, dopo il flagello del Covid 19, le piccole e medie imprese siciliane hanno dovuto affrontare non solo le conseguenze della pandemia ma anche lo shock legato al conflitto Russia-Ucraina e ai rincari di energia e materie prime. E le previsioni non sono felici. E’ estremamente probabile che il processo di recupero delle piccole e medie imprese subisca una battuta d’arresto, con intensità diverse a seconda di come evolverà la situazione geopolitica internazionale e delle risposte europee e nazionali. E’ in bilico la tenuta stessa del sistema e per questo è necessario mettere in campo azioni diversificate, orientate al sostegno della competitività delle aziende, che rappresentano il vero motore per la ripresa” – conclude il reggente di ConfIndustria Sicilia.

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