Violenza sessuale e diffusione video, il suicidio di Alice Schembri ad Agrigento: reato estinto per due imputati dopo l’affidamento in prova.
Due imputati agrigentini, di 27 e 28 anni, sono sotto processo nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Schembri, la ragazzina che si suicidò a 17 anni di età il 18 maggio del 2017 lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea ad Agrigento. Giudicati sono anche altri due indagati, minorenni all’epoca di quanto sarebbe accaduto. Ai quattro si contestano i reati di violenza sessuale di gruppo con minore, e poi produzione di materiale pedo-pornografico. E si tratta di una ipotesi di reato che ha determinato il trasferimento dell’inchiesta da Agrigento a Palermo. I quattro avrebbero abusato della ragazzina registrando dei video poi diffusi. A uno dei due ex minorenni si contesta anche – ma tale ipotesi di reato è adesso prescritta – la tentata estorsione perchè avrebbe ricattato un’amica, vantando di essere in possesso di una foto dal contenuto sessualmente esplicito, pretendendo da lei prima 200 euro e poi 500 euro per non diffonderla.
Ebbene, i difensori dei due ex minorenni, gli avvocati Daniela Posante e Marco Giglio, hanno ottenuto l’affidamento in prova con successiva estinzione del reato a condizione del superamento della prova, che è stata un lavoro di pubblica utilità in una struttura assistenziale. Prova superata. Reato estinto. E’ l’articolo 163 del codice penale, secondo cui il reato si estingue a certe condizioni: se, entro i termini stabiliti, il condannato non commette un delitto o una contravvenzione della stessa indole e adempie agli obblighi impostigli.