La presidente dell’Aica Danila Nobile invoca un secondo incontro con il presidente della Regione Schifani. A rischio il sistema idrico agrigentino.
La presidente dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini, Danila Nobile, ha già incontrato il presidente della Regione lo scorso 28 agosto. Renato Schifani ha promesso attenzione e impegno nel supportare la gestione del sistema idrico agrigentino. Adesso la Nobile ha scritto una lettera all’ex presidente del Senato, e ha invocato un altro incontro perché Siciliacque, creditore milionario di Aica, ha rigettato la proposta di transazione dei debiti firmata dall’Aica lo scorso 24 settembre, ovvero il pagamento di 14.500.000 euro a saldo, e lo stralcio di un debito complessivo di più o meno 22 milioni con rate sostenibili. Siciliacque ha risposto picche perché esige ulteriori somme a titolo di interessi, spese legali e rivalutazioni. Nel frattempo 33 Comuni agrigentini con circa 250.000 cittadini serviti dall’Aica sono in bilico. La Nobile ritiene ciò inaccettabile perché si tratta di somme sproporzionate, perché Siciliacque utilizza infrastrutture agrigentine come l’acquedotto Favara di Burgio e relativi pozzi, e perché l’acqua pagata a Siciliacque si disperde, fino al 60%, a causa delle condotte fatiscenti. E aggiungo io: anche se le condotte sono state appena riparate e ristrutturate, in alcuni casi l’acqua si disperde ancora come avviene ad Agrigento in via Unità d’Italia innanzi alla tipografia Sarcuto. Ordunque la Nobile intende pregare l’avvocato Schifani per un piano straordinario regionale di ristrutturazione di tutte le reti idriche della provincia di Agrigento, restituendo le infrastrutture al territorio, e non pagare più acqua che, anziché raggiungere le case, si perde in strada. All’incontro con Schifani – auspica Nobile – partecipino pure l’assessorato regionale ai Servizi di pubblica utilità, l’Assemblea territoriale idrica agrigentina e Siciliacque, per una soluzione condivisa.