Hanno appena concluso un turno di lavoro straordinario circa 50 Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, alle redini del colonnello Giovanni Pellegrino, e collaborati dai cani con il fiuto stupefacente. E sono stati protagonisti dell’operazione battezzata “Home Made”, dall’inglese “prodotto in casa”. E ciò perché il blitz antidroga ha strappato una presunta rete di produttori e venditori di sostanze sballanti, senza alcun filtro e intermediazione: “coltivo e vendo”, come al “mercato amico”. E dove sarebbe stata coltivata la droga? Nelle campagne intorno a Licata, già terra rinomata per le sue coltivazioni in serra. Sarebbe stata seminata e abbeverata marijuana, poi, appena matura e rigogliosa, sarebbe stata smerciata non solo tra Agrigento e provincia ma anche nelle province di Catania e Messina. Nelle piazze della “movida” sarebbe stato alimentato un ricco mercato di canapa indiana, spesso con il contorno di cocaina. Dieci misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento su richiesta della Procura della Repubblica. I dieci presunti componenti del gruppo di contadini e pusher rispondono, in concorso tra di loro, di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I primi a insospettirsi e a indagare sono stati i Carabinieri della Compagnia di Licata. Poi intercettazioni e pedinamenti hanno sollevato il velo su come ci si è approvvigionati della marijuana e poi su come la si è venduta tra Licata, Messina e Catania. In particolare, grazie alla coltivazione anche di amicizie, a Catania il gruppo dei dieci avrebbe smerciato circa 7 chili di marijuana. Nel corso delle indagini, a Licata, in contrada Giacobbe, è stata scoperta e sequestrata una piantagione di canapa indiana, in una serra di oltre 3mila metri quadri, coperta da plastica opacizzata, a custodia di oltre 2.800 piante dell’altezza media di 4 metri e mezzo. Tra le dieci misure cautelari, quattro indagati sono ristretti agli arresti domiciliari, quattro sono sottoposti al divieto di dimora, e ad un altro è stato imposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Ai domiciliari i licatesi Marco Cavaleri, 32 anni, e Agostino Curella, 35 anni, poi Angelo Manganello, 42 anni, originario di Palma di Montechiaro, e poi il sottufficiale della Guardia Costiera, originario di Messina ma residente a Licata, Marco Ucciardello, 34 anni. Divieto di dimora per due italiani, un marocchino e un egiziano, residenti regolarmente a Licata. Obbligo di presentazione a carico di una donna di Licata di 30 anni.