Leo Sutera, nato a Sambuca di Sicilia il 18 gennaio 1950, inteso “Il professore” perché diplomato e già insegnante al laboratorio di fisica dell’istituto tecnico industriale “Ettore Majorana” a Palermo, è stato inquisito, arrestato e condannato nell’ambito delle inchieste antimafia “Cupola”, nel 2002, e “Nuova Cupola” nel 2012. Tuttavia, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, lui sarebbe ancora attivo e operativo, nel ruolo di capo di Cosa Nostra agrigentina e, ancora più nel dettaglio, come uomo di fiducia del superlatitante Matteo Messina Denaro. E i contatti con il capomafia di Castelvetrano sarebbero documentati anche da alcuni “pizzini”: emblematica è una fotografia agli atti giudiziari che ritrae Leo Sutera accovacciato in campagna a Sambuca intento a leggere, forse dei pizzini di Messina Denaro. Ecco perché la Procura di Palermo ha spiccato un ordine di fermo di indiziato di delitto a carico di Leo Sutera, e la Polizia lo ha eseguito. Sutera è indagato di associazione a delinquere di stampo mafioso, e il provvedimento del fermo si è reso necessario perché i cacciatori hanno temuto che la preda si rendesse irreperibile fiutando il pericolo. Tra i primi collaboratori della Giustizia a citare Leo Sutera è stato Giovanni Brusca, che ha raccontato che Leoluca Bagarella affidò a Sutera il compito di mantenere i legami con il territorio agrigentino e, in particolare, con Salvatore Di Gangi. E lo stesso Bagarella designò Sutera come il capo del mandamento di Sambuca di Sicilia che, infatti, comprende anche Sciacca, la città di Di Gangi. Ed anche Matteo Messina Denaro avrebbe confermato a Brusca i suoi ottimi rapporti con gli esponenti di Sambuca e con Leo Sutera che avrebbe aiutato Messina Denaro in occasione della faida di Partanna. Poi le indagini “Nuova Cupola” hanno svelato che, almeno una volta al mese, i vertici mafiosi da Palma di Montechiaro e Santa Elisabetta si sono recati nelle campagne di Sambuca di Sicilia dove, spesso, è stato notato aggirarsi anche Leo Sutera. Ed ancora, Sutera sarebbe stato da sempre fedelissimo di Bernardo Provenzano, come lo è stato il padre Leonardo Sutera, che ha pagato con la vita la sua fedeltà al boss di Corleone. Infatti, Leonardo Sutera salvò la vita a Provenzano quando si nascose a Sambuca, e alcuni boss emergenti di Santa Margherita avrebbero voluto ucciderlo. E poi, però uccisero Leonardo Sutera.