La Cassazione annulla con rinvio al Riesame l’imputazione di associazione a delinquere contestata ad Antonello Montante. I dettagli e l’intervento di Procura e difesa.
La Cassazione non ha riconosciuto nel presunto “Sistema Montante”, tra informazioni riservate, interessi e scambio di favori, il vincolo associativo tra gli indagati, adesso imputati perché proposti al giudizio e rinviati a giudizio. E non riconoscendo il vincolo associativo, i giudici della Suprema Corte hanno annullato l’ipotesi del reato di associazione a delinquere, 416 codice penale, contestata all’ex presidente di ConfIndustria Sicilia. Dunque hanno espresso dubbi e perplessità sulla configurabilità del reato associativo, e hanno rinviato gli atti al Tribunale del Riesame, affinchè i giudici del Riesame riesaminino la contestabilità dell’associazione a delinquere, e non solo a carico di Antonello Montante, attualmente sotto processo abbreviato e recluso al “Malaspina” di Caltanissetta, ma anche del colonnello Giuseppe D’Agata e dell’ex capo della security di ConfIndustria Diego Di Simone Perricone, entrambi detenuti ai domiciliari. La Cassazione è intervenuta sull’ordinanza della Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, che lo scorso 14 maggio ha firmato il mandato di cattura di Montante. Infatti, il procuratore di Caltanissetta, Amedeo Bertone, dopo quanto deciso in Cassazione, commenta: “Le prove sono solide. All’esame del giudice che si sta occupando della posizione di Montante c’è un ampio quadro accusatorio che la Cassazione non aveva, perchè la valutazione si limitava all’ordinanza del Gip del 14 maggio. E poi il Tribunale del Riesame ha già confermato in pieno l’ordinanza della giudice Giannazzo”. Però, secondo Cassazione così è adesso: no all’associazione a delinquere, con rinvio al Riesame, e sì, confermati, tutti gli altri reati contestati, tra corruzione, favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. E il difensore di Antonello Montante, l’avvocato Nino Caleca, interviene a sua volta dopo il colpo di spugna della Cassazione sull’associazione a delinquere, e commenta: “Montante non ha creato alcuna associazione a delinquere. Nei prossimi giorni chiederemo al giudice di merito di valutare se, per le singole ipotesi di corruzione contestate, Montante debba restare ancora in carcere”.