Il deputato Pellegrino si è auto-sospeso dall’Antimafia. Altre intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta Luppino. Il perchè del nome in codice “Tramonto” alle ricerche di Messina Denaro.
Il deputato regionale Stefano Pellegrino, presidente della Commissione Affari Istituzionali all’Assemblea, si è auto-sospeso dalla carica di componente della Commissione Antimafia. Lui, Pellegrino, è indagato dalla Procura di Palermo per corruzione elettorale allorchè alle elezioni Regionali del 2017 avrebbe ottenuto voti in cambio di sacchi della spesa offerti dal gruppo Luppino di Campobello di Mazara, adesso ristretto in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso per avere finanziato la famiglia del boss Matteo Messina Denaro. L’avvocato penalista Pellegrino spiega: “Il senso di responsabilità e il rispetto che nutro verso la commissione Antimafia ed il suo presidente, Claudio Fava, mi inducono ad auto-sospendermi dalla commissione, in attesa della definizione della vicenda giudiziaria in relazione alla quale ho ricevuto l’informazione di garanzia. Sono certo che la commissione, con l’indispensabile contributo dei funzionari e del personale addetto, proseguirà l’incessante e proficuo lavoro intrapreso nel corso della legislatura”. Immediata e lapidaria è stata la replica di Claudio Fava: “Ringrazio l’onorevole Stefano Pellegrino per il suo gesto di responsabilità”. Nel frattempo, altri dettagli e aneddoti emergono dalle intercettazioni registrate nell’ambito dell’inchiesta che ha provocato l’arresto dell’imprenditore Calogero Luppino, di suo zio Salvatore Giorgi, e di Francesco Catalanotto.