I poliziotti del Commissariato di Licata e della Squadra Mobile di Agrigento hanno arrestato Antonino Greco, 49 anni, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, e il figlio Paolo Greco, 22 anni, entrambi di Licata, indagati, a vario titolo e anche in concorso, dell’ipotesi di reato di usura continuata e tentata estorsione a danno di quattro persone di Licata. Per alcuni episodi è stata contestata l’aggravante dell’utilizzo dei metodi mafiosi. L’inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Claudio Camilleri e Pierangelo Padova. Antonino e Paolo Greco avrebbero preteso un tasso del 20 per cento mensile, fino al 300 per cento annuo, a danno di commercianti, liberi professionisti, imprenditori e perfino un disoccupato. Le indagini della Mobile, capitanata da Giovanni Minardi, e del Commissariato di Licata, avviate mesi addietro, sono state condotte sia con attività tecniche che con metodi tradizionali. Ad una delle vittime è stato lanciato un ultimatum: domenica 12 maggio avrebbe dovuto pagare la “rata” in scadenza, “pena gravi ritorsioni alla vittima e al suo nucleo familiare”. All’ultimatum ha risposto la Polizia, con gli arresti. Una delle vittime del racket è stata assistita dalla Fai antiracket di Gela associazione “Giordano” con il suo presidente Renzo Caponetti che è anche coordinatore Fai antiracket Sicilia.