Si pensi ora al futuro di un’Italia che non sia mai più “a due velocità”. Ad Agrigento il nostro viadotto Morandi è stato chiuso nel marzo del 2015, riaperto dopo alcuni interventi e richiuso nel maggio del 2017. I lavori dovrebbero terminare nel 2021. Per il breve ponte Petrusa che sovrasta la statale 640 tre anni non sono bastati a ultimarlo. Per infrastrutture indispensabili come la Agrigento-Palermo e la Agrigento Caltanissetta, col suo raccordo alla A 19 Palermo-Catania, non sono bastati 30 anni a garantirne il completamento. Ora non si pensi che la Sicilia possa ripartire a motore spento. La ripartenza dopo questa crisi che sta investendo il Paese sarà ancor più difficile in un territorio che non può contare su infrastrutture minime. Il Governo dovrà impegnarsi a far ripartire l’Italia a una sola velocità. La ripartenza impone interventi immediati per consentire, anche nel medio periodo, di restituire la speranza al settore produttivo di quella parte del Paese che affronta da sempre una condizione di disagio. Serve la velocizzazione della rete ferroviaria, servono strade adeguate senza deviazioni e semafori sulla Statale 189 e sulla 115, servono adeguamenti dei porti e dei porticcioli turistici. Ad Agrigento serve quel minimo di infrastrutture per stare al passo con quella parte d’Italia che oggi si erge a simbolo di rinascita”.