Home Politica “Addetto stampa Consiglio comunale Agrigento”: botta e risposta Civiltà e Spataro

“Addetto stampa Consiglio comunale Agrigento”: botta e risposta Civiltà e Spataro

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Il neo presidente del consiglio comunale di Agrigento, Giovanni Civiltà, ravvisa la necessità da parte dell’Ufficio di presidenza e dell’intero Consiglio Comunale di avvalersi della prestazione specialistica di un addetto stampa. Giovanni Civiltà afferma: “Occorre che l’ente, in assenza di figure interne nella sua pianta organica, si doti, reperendo risorse necessarie, con l’affidamento a professionisti esterni, di una figura che rivesta l’incarico di addetto stampa. Affiancare all’attività dei singoli consiglieri comunali e all’ufficio di presidenza un professionista che sappia informare e comunicare sui lavori svolti dal consiglio comunale e dai suoi consiglieri è di fondamentale importanza per rendere trasparente e credibile il lavoro svolto da chi è stato eletto per fare il bene e l’interesse della città.
Le attività di organizzazione di conferenze, incontri ed eventi stampa, realizzazione di una rassegna stampa anche attraverso strumenti informatici, realizzazione dell’house organ e cura della comunicazione interna, cura della comunicazione istituzionale del sito in collaborazione con la struttura comunale richiede figure che abbiano una certa conoscenza, competenza e professionalità. Il giornalista che presta la sua professionalità a servizio dell’ente deve avere la giusta corrispondenza economica, la sua competenza non deve essere mortificata da una “formula” oramai ricorrente nella Pubblica Amministrazione “a titolo gratuito” che oggi investe diverse categorie di liberi professionisti; ciò per dare dignità a tanti anni di studio ed esperienza acquisite nel corso della propria esperienza professionale” – conclude Civiltà, al quale replica il consigliere comunale di opposizione, Pasquale Spataro, che afferma: “Appesantire ulteriormente un bilancio comunale in grande affanno, quasi già collassato, non credo sia una scelta responsabile ed oculata. Fermo restando che la comunicazione rappresenta un valore essenziale per la partecipazione democratica, in tutta franchezza, a mio avviso, non si configura attualmente come una priorità, tenuto conto del contesto finanziario in cui versa l’Ente, ma anche in riferimento al tessuto socio- economico del territorio che è alle prese con una emergenza Covid senza precedenti. I cittadini, i commercianti e gli imprenditori, esasperati e disperati, non comprenderebbero questa volontà che si tradurrebbe in un aggravio di costi da scaricare inevitabilmente sui contribuenti. D’altronde ormai, grazie all’utilizzo sempre più diffuso dei canali social, quanto accade all’interno dell’aula diventa in tempo reale di dominio pubblico. L’idea manifestata dal presidente Civiltà oggi è assolutamente fuori contesto, fuori luogo e irrispettosa nei confronti della città, anche perché lui, appena qualche mese fa dai banchi dell’opposizione, si era battuto per una politica economica ponderata e senza sprechi, invocando anche l’azzeramento delle indennità per gli amministratori comunali. Non bisogna perdere la memoria. E anche se il ruolo cambia, la coerenza imporrebbe a Civiltà di non cadere in tentazione e quindi di rinunciare ai propri emolumenti. Oppure quella nobile necessità non è più avvertita? Va detto pure che fino a questo momento non c’è ancora traccia del bilancio che, tranne magie contabili, non ritengo possa repentinamente cambiare volto e quindi accogliere ulteriori balzelli, destinati ad avere riflessi negativi sulle tasche, già vuote, degli agrigentini. Pagare prestazioni e servizi, seppur utili ma non indispensabili, con i soldi dei cittadini non è più consentito, non è più tollerabile. Così come non è corretto e dignitoso avvalersi di attività professionali a titolo gratuito. Per quanto mi riguarda mi opporrò con fermezza ad una eventuale richiesta che verrà formalizzata in questa direzione, facendo leva anche sulla sensibilità del sindaco Miccichè affinché faccia prendere le distanze alla sua maggioranza sulla proposta” – conclude Spataro.

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