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La festa di Santa Lucia

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Domani domenica 13 dicembre è la festa di Santa Lucia, venerata in tutta Sicilia. La ricorrenza è legata anche ad antiche tradizioni culinarie, come la cuccìa.

Domani, domenica 13 dicembre, ricorre la festa di Santa Lucia. Lucia è stata una martire cristiana del quarto secolo durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. Nata a Siracusa intorno al 281, morì proprio il 13 dicembre del 304 dopo Cristo, e divenne protettrice della vista perché, dopo essere stata decapitata, le furono strappati gli occhi. La Vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione Cristiana: è la patrona dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti, invocata contro le malattie degli occhi e le carestie. Il nome Lucia, dalla radice latina lux, lucis, rappresenta la donna che porta il dono della luce, segno e promessa di luce spirituale durante quella che è considerata la notte più lunga dell’anno, appunto quella del 13 dicembre. Viene raffigurata con in mano un piatto sul quale riposano gli occhi. Il sentimento comune che vuole che Santa Lucia aiuti la vista è confermato dallo storico Pitrè che scrive che la Santa “serba sani gli occhi dei suoi devoti”, che rinunciano a mangiare pane e pasta il 13 dicembre. La Santa, oltre ad essere la patrona della città di Siracusa, è venerata, in modo particolare, in diversi paesi della Sicilia. La ricorrenza è legata anche a prelibate tradizioni culinarie, come la “cuccìa”. Per Palermo, il 13 dicembre è anche il giorno in cui si ricorda la carestia che colpì la città nel 1646. La Santa raccolse le preghiere e salvò la popolazione dalla fame facendo arrivare nel porto carichi di grano. I palermitani, data la fame, non lavorarono il grano per farne farina ma lo bollirono per sfamarsi più in fretta condito con l’olio d’oliva. Ed ecco le origini della cuccìa. Il 13 dicembre, dunque, per Santa Lucia “si cuccìa” (“cucciàri” derivato da “còcciu” cosa piccola, chicco). Anticamente, però, la devozione alla Santa si manifestava esclusivamente mangiando cuccìa nella sua versione salata: il frumento veniva cotto con il sale e vi si aggiungevano i ceci, condendo con ricotta salata grattugiata e olio e distribuita per tradizione a familiari, amici e vicini di casa. Oggi non solo nel palermitano, ma in tutta Sicilia, si mangiano anche le “arancine”.

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