L’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo e l’intervento del presidente della Corte d’Appello: “La mafia è forte perché svolge ancora una funzione sociale”.
La presenza mafiosa nella vita sociale del territorio è dimostrata anche da alcune inchieste sulle feste di quartiere. Sono uomini vicini a Cosa Nostra a occuparsi dell’ingaggio dei cantanti neomelodici, delle spese dell’organizzazione e, in alcuni casi, del sostegno delle famiglie bisognose. Un’indagine ha accertato che la mafia assicurava a gruppi familiari beni di prima necessità. In generale la mafia ha rafforzato la sua presenza con la funzione sociale, al fine di mantenere il controllo del territorio e allargare la base del consenso, necessario, al pari della forza di intimidazione, per la sopravvivenza dell’associazione” – ha concluso Frasca. Prima di lui, e tanti anni addietro, la funzione sociale dei boss è stata così tanto presente e praticata che lo scrittore italo americano Mario Puzo ne ha scritto un romanzo, “Il Padrino”, da cui poi Francis Ford Coppola ha tratto un film, il leggendario “Il Padrino”. E la pellicola inizia proprio con un “omaggio” (tra virgolette) alla funzione sociale dei boss, allorchè un uomo prega il “Padrino”, don Vito Corleone, Marlon Brando, di vendicare con la morte i due che hanno violentato sua figlia…
Poi il presidente della Corte d’Appello di Palermo veste i panni dell’ottimismo annunciando nella sua relazione dei segnali positivi provenienti dal territorio e testimoniati dall’incremento delle denuncie presentate dalle vittime di estorsione che esprimono così la volontà di collaborare senza riserve con la giustizia. La ribellione al pizzo si manifesta però a macchia di leopardo. E Matteo Frasca ha citato un esempio a Palermo: “Mentre nel mandamento di Porta Nuova ben 15 imprenditori, soprattutto del settore edile, hanno indicato compiutamente gli uomini del racket, nel mandamento di Ciaculli-Brancaccio non una sola vittima di estorsione si è fatta avanti”.