E’ probabile che il 31 marzo cessi lo stato di emergenza covid. L’incognita è la sottovariante dell’Omicron. La pandemia forse sarà endemica, come gli altri virus invernali.
Lo stato di emergenza dovuto al covid potrebbe terminare il 31 marzo. Ne sono convinti i virologi e tutto sembra andare in questa direzione. Vaccini e misure di contenimento sono riusciti a piegare tutte le curve dell’epidemia, tranne quella dei decessi per la quale bisognerà attendere ancora. A incoraggiare è anche il calo progressivo dei ricoveri, sia nei reparti ordinari che nelle unità di terapia intensiva: un ottimo segnale, tanto quanto lo è l’indice di contagio Rt, ormai sotto 1 in tutte le rilevazioni. E adesso si prevede che con l’arrivo della primavera e poi dell’estate anche le temperature più alte facciano il resto, tenendo i valori bassi. Le premesse ci sono, anche se sullo sfondo c’è il punto interrogativo degli effetti che potrà avere la sotto-variante della Omicron intercettata recentemente anche in Italia, la BA.2. Se la sotto-variante non dovesse diffondersi in Italia, in marzo i casi positivi potrebbero scendere a poche migliaia, ma la BA.2, se si espanderà, allora il numero dei casi resterà alto. La situazione è cambiata molto, e il primo motivo è che il virus è cambiato nella sua biologia: ha 50 mutazioni in più rispetto a quello originario, e si replica in modo diverso, ossia nelle vie respiratorie superiori. Inoltre abbiamo a disposizione un armamentario farmacologico decisamente più potente rispetto alle precedenti ondate, con antivirali che si assumono per bocca e che funzionano sulla Omicron. E vi sono nuovi anticorpi monoclonali da utilizzare come profilassi per chi non può vaccinarsi per presunti effetti avversi. Il prossimo autunno probabilmente sarà più tranquillo rispetto a quelli del 2020 e del 2021, anche se difficilmente il virus scomparirà. La malattia potrebbe continuare a esistere, ma in forma sempre meno grave, salvo l’improbabile arrivo di una variante più contagiosa e aggressiva. In sostanza il virus potrebbe avviarsi a diventare endemico, vale a dire che resterà una sorta di sottofondo di frequenza di questo virus che, come tutti i virus respiratori, aumenterà d’inverno. Se la malattia clinica resterà moderata, il covid potrà diventare uno dei virus respiratori che conosciamo. Inoltre è troppo presto per dire se e quando potrebbe essere necessaria una quarta dose del vaccino: è un altro punto interrogativo da affrontare nei prossimi mesi. Nel frattempo, sono 7.852 i nuovi casi di covid in Sicilia a fronte di 43.032 tamponi processati. Il tasso di positività è al 18,2%. La regione è al quarto posto per nuovi contagi giornalieri in Italia. Gli attuali positivi sono 270.939, con un aumento di 5.793. I guariti sono 2.049. Le vittime sono 10, per un totale dei decessi a 8.790. Negli ospedali i ricoverati ordinari sono 1.523, 19 in meno, e quelli in terapia intensiva sono 127, 1 in meno. Ecco la distribuzione dei nuovi contagiati tra le province: Palermo 1.067, Catania 1.400, Messina 1.037, Siracusa 716, Trapani 2.093, Ragusa 552, Caltanissetta 399, Agrigento 434, Enna 154.