L’Ance Sicilia invoca subito lo sblocco dell’acquisto dei crediti fiscali del “Superbonus 110%”: “Le imprese edili sono esposte a fallimento, e l’Agenzia delle entrate si rivarrebbe sui proprietari degli immobili”.
L’Ance Sicilia, l’Associazione nazionale costruttori edili, lancia un appello allo Stato al fine di favorire lo sblocco immediato dell’acquisto dei crediti fiscali del “Superbonus 110%” da parte delle banche e degli intermediari finanziari. E alla Regione di intervenire per sostenere il sistema creditizio siciliano in difficoltà nell’affrontare tale questione. Se ciò non accadesse, a breve l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere ai proprietari degli immobili, con i cantieri non più in attività da mesi, di restituire le somme finora percepite più le sanzioni perché i lavori non sono stati completati nei termini. E occorre salvare da sicuro fallimento le imprese edili coinvolte che attendono da mesi di recuperare gli investimenti anticipati. L’Ance Sicilia chiede inoltre al governo nazionale di semplificare la misura del “Superbonus 110%”, che si è rivelata fondamentale per la ripartenza del Paese: basti pensare che il 30% dell’extragettito fiscale del primo semestre 2022, certificato dal Ministero in 14,3 miliardi, è generato dagli interventi finanziati con il “Superbonus” per 4,2 miliardi. E di sbloccare con norme chiare e di buon senso l’acquisto dei crediti fiscali. Alla Regione l’Ance Sicilia chiede di intervenire in aggiunta allo Stato per sostenere il sistema creditizio siciliano, e alle banche di sostenere le imprese sane siciliane nel momento in cui saranno riavviati i finanziamenti per i cantieri pronti a partire in tutta l’Isola, in atto bloccati proprio perché manca il cessionario finale dei crediti, ovvero le banche, appunto.