Dopo una segnalazione di Frontex, un veliero ong soccorre 66 migranti alla deriva. Recuperati anche tre cadaveri tra cui due bambini.
La mattina di sabato scorso nel Canale di Sicilia 66 migranti sono stati già in stato di semi incoscienza. Uno si è gettato in mare: forse perché ustionato, forse perché preda di allucinazioni. Mare agitato, gli è stato difficile arrampicarsi a bordo, disperso. Sono partiti dalla Libia, e sono stati alla deriva per tre giorni perché si sono esaurite le scorte di benzina. Senza cibo e poca acqua. Sul gommone di 8 metri sono state caricate 7 taniche da 60 litri ciascuna. Per la traversata del Mediterraneo i trafficanti abitualmente forniscono dai 25 ai 30 bidoni da 60 litri. I viaggiatori hanno pagato il biglietto di sola andata 1.500 dollari. Dopo una segnalazione dell’assetto Frontex, il veliero Nadir, utilizzato dall’organizzazione non governativa tedesca ResQship, ha recuperato gli extracomunitari, e tre cadaveri: un uomo tra i 25 e i 30 anni e 2 bambini di due anni. Sarebbero morti di stenti. Al centro d’accoglienza di Lampedusa sono stati condotti anche i genitori, due coppie, tutti del Ghana. Sono assistiti da un team di psicologi della Croce Rossa, che gestisce la struttura in contrada Imbriacola. Durante il percorso in mare verso Lampedusa, dal veliero Nadir sono stati evacuati e trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera 6 migranti perché ustionati. Ricoverati: poi dimessi dal Poliambulatorio dell’isola. Le salme sono custodite nel cimitero di Cala Pisana a Lampedusa per l’ispezione cadaverica. Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, denuncia: “E’ intollerabile continuare questa conta senza fine di bambini morti per la nostra indifferenza. Pensare che due piccole vite sono state spezzate a causa della fame e della sete a due passi di quella che avrebbe dovuto essere la terra dove potere crescere, è inaccettabile. Così come non è pensabile che oggi delle madri potranno abbracciare solo il proprio dolore. Non è più il momento degli alibi, è il momento dell’azione: Save the Children rinnova l’appello per l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare vite umane, agendo nel rispetto dei principi internazionali, e per l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l’Europa. Dal 2014 sono quasi 32.000 le persone morte o disperse nel Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa, 500 solo dall’inizio del 2025. Molte di loro erano bambini e adolescenti”.