Prosegue l’inchiesta della Procura di Agrigento dopo il crollo del muro nell’ex ospedale in via Atenea. Al setaccio tutta la catena di montaggio.
La Procura della Repubblica di Agrigento è impegnata nell’inchiesta sul crollo del muro all’interno del cortile dell’ex ospedale in via Atenea, oggetto di lavori di ristrutturazione, commissionati dall’Università di Palermo, per renderlo sede universitaria. I Carabinieri hanno acquisito documenti utili a ricostruire la catena di montaggio delle opere, identificando tecnici, progettisti, direttori del cantiere e quant’altro ritenuto utile per ricostruire con esattezza la dinamica di quanto accaduto. L’obiettivo è risalire a monte alla causa che ha provocato il disastro a valle, ovvero il disastroso cedimento dello scorso 13 maggio, che se avvenuto in ora diversa avrebbe mietuto vittime. Forse è stato un miracolo della Madonna di Fatima, ricorrenza del 13 maggio. Come secondo prassi giudiziaria non è escluso che la Procura ricorra ad un “incidente probatorio”, ossia un confronto tra tutte le parti in causa, forti di propri consulenti tecnici, per dibattere e cristallizzare le prove. Tra il cicaleccio è emersa l’ipotesi che si sia scavato troppo a fondo per interrare delle cisterne di riserva idrica. E che scavando sempre più giù, sia stato tolto appoggio ai piedi del muro, che è venuto giù. Alcuni residenti nella zona hanno testimoniato ciò, aggiungendo peraltro di avere ammonito gli scavanti che troppo scavando si sarebbe pregiudicata la stabilità dei muri soprastanti. Prima dell’incidente probatorio sarà necessario invitare le parti a nominare un proprio legale a difesa ed eventualmente dei propri periti che partecipino al confronto. Ecco perché non sono esclusi degli avvisi di garanzia.