La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la condanna a 14 anni di carcere a carico di Andrea Bonafede, presunto prestanome di Matteo Messina Denaro.
La Corte d’Appello di Palermo ha confermato la sentenza emessa l’11 giugno del 2024 dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, Paolo Magro, che ha inflitto 14 anni di reclusione al geometra Andrea Bonafede, 61 anni, imputato di associazione mafiosa e concorso in falso. La carta d’identità di Andrea Bonafede con la foto di Matteo Messina DenaroLui, arrestato il 24 gennaio del 2023, sarebbe stato un “uomo d’onore riservato” di Matteo Messina Denaro, colui che gli ha prestato la sua carta d’identità, che gli ha consegnato la tessera sanitaria per le visite e le prestazioni mediche, e il bancomat per le spese, che ha acquistato la casa, con i soldi del boss, in vicolo San Vito 4, l’ultimo covo del capomafia prima dell’arresto. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Alfredo Montalto, che ha firmato il mandato di cattura, ha scritto: “Andrea Bonafede ha consapevolmente fornito a Matteo Messina Denaro, per oltre due anni, ogni strumento necessario per svolgere le proprie funzioni direttive: identità riservata, un covo sicuro, mezzi di locomozione da utilizzare per spostarsi in piena autonomia. Si aggiunga che le condotte di Andrea Bonafede si sono protratte certamente per molti mesi: le parziali ammissioni dello stesso Bonafede, alla luce dei preliminari riscontri raccolti, confermano che l’acquisto dell’abitazione e la cessione di un documento di identità sul quale apporre la propria fotografia risalgono almeno al 27 luglio 2020 (epoca di acquisto della prima automobile) o comunque al 13 novembre 2020 (epoca del primo intervento chirurgico subito da Matteo Messina Denaro sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede). La sua condotta di fiancheggiatore è stata sistematica e non episodica. Ha un’estrazione familiare compatibile con il ruolo di partecipe dell’associazione mafiosa, dal momento che egli è nipote del noto Bonafede Leonardo, già ‘reggente’ proprio della ‘famiglia’ mafiosa di Campobello di Mazara che ha protetto, quanto meno negli ultimi anni, la latitanza dello stesso Matteo Messina Denaro consentendogli di svolgere appieno il ruolo di capo indiscusso della consorteria di Cosa Nostra nella provincia di Trapani”. Nel corso del processo, la Procura di Palermo ha depositato diverse prove a carico di Andrea Bonafede anche a testimonianza che i rapporti tra lui e Messina Denaro sono antecedenti rispetto all’ipotizzato 2020. Infatti, l’automobile del boss acquistata nel 2014 con l’identità di un altro prestanome, Massimo Gentile, è stata poi intestata nel 2017 alla madre di Andrea Bonafede. Inoltre, la prima casa a Campobello di Mazara in cui Messina Denaro ha abitato fu affittata a nome di Andrea Bonafede nel 2007.
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano, al 6 ottobre 2024, 30.317.320 visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano".
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