La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito sette misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Procura, su truffe su bonus edilizi, ruotante intorno alla gestione di 19 imprese edili, tutte con sede a Palermo, che avrebbero effettuato lavori di ristrutturazione fittizi per oltre 26 milioni di euro. Per dieci società è stata disposta l’interdizione dall’esercizio dell’attività. Ai domiciliari sono ristretti quattro dei sette indagati. Agli altri tre, tra cui un ingegnere, è stato imposto il divieto di esercitare attività imprenditoriali e rivestire uffici direttivi di imprese per un anno. Nei confronti degli indagati sono stati già eseguiti due decreti di sequestro preventivo: il primo, d’urgenza, per oltre 8 milioni di euro, nelle fasi iniziali delle indagini. E il secondo, per circa 19 milioni di euro, lo scorso mese di aprile. Secondo quanto accertato dai militari le società coinvolte nella frode, applicando lo sconto in fattura, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti verso clienti privati per lavori in realtà mai eseguiti, generando il credito d’imposta fittizio, utilizzabile in detrazione o cedibile a terzi. Lo stesso è stato ceduto a intermediari finanziari, consentendone un’immediata e consistente monetizzazione. Infine i titolari d’impresa distraevano parte delle somme mediante bonifici su conti correnti personali, prelevamenti di contanti, sottoscrizione di buoni fruttiferi postali, acquisto di oro, criptovalute, beni mobili e immobili. Oltre ai 7 destinatari di misura cautelare, la Procura ha indagato altre 83 persone, tra amministratori di diritto delle imprese inserite nel circuito ritenuto illecito e committenti compiacenti, indagati, in concorso, di emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata.