Come appena rivelato dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, collabora con la Giustizia l’hacker di 25 anni originario di Sciacca, Carmelo Miano. Lui precedentemente ha già dichiarato, nell’ottobre scorso, di avere iniziato le incursioni informatiche a seguito delle perquisizioni subite, e ha ammesso di avere violato anche le e-mail dei magistrati titolari delle indagini a suo carico, per cercare documenti che lo riguardassero ma non leggendo messaggi personali. Miano, assistito dall’avvocato Gioacchino Genchi, ha sostenuto inoltre di non avere mai veicolato i dati prelevati dall’infrastruttura informatica del ministero della Giustizia. Ha negato che con lui abbia compartecipato alle incursioni un agente della Polizia di Stato, con il quale ha interloquito solo sui temi legati alle criptovalute. E che i milioni di euro in bitcoin in suo possesso sono derivati dall’aumento del prezzo del bitcoin, da 300 dollari a 20.000 dollari. Adesso grazie alle sue dichiarazioni è stato possibile sequestrare ulteriori 34 milioni in bitcoin oltre a fornire una lettura più completa del sistema del dark web.