I terreni agricoli del comprensorio riberese sono assetati: gli agricoltori si sono rivolti ad un avvocato e hanno diffidato la Regione.
I terreni agricoli del comprensorio riberese sono assetati. Si è tanto discusso di invasi, travasamenti, adduzioni, pompe di sollevamento e irrigazioni. Poi i tanti sopralluoghi istituzionali, da ultimo l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo. E tuttavia finora tutto ciò non ha sortito nessun esito concreto solido e affidabile. Tanto che gli agricoltori si sono rivolti ad un avvocato e hanno diffidato la Regione ad intervenire a rimedio entro e non oltre 10 giorni. Il documento è firmato dall’associazione “Liberi agricoltori” di Ribera. Denunciano che, a fronte della grave siccità, non è ancora iniziata la campagna irrigua soprattutto per gli agrumeti e i pescheti della zona, ricadenti in 12 Comuni. Il presidente dell’associazione, Leonardo D’Angelo, tuona: “Nonostante l’individuazione dei volumi idrici disponibili dalle dighe Castello e Raia di Prizzi, né l’Autorità di bacino, né le altre istituzioni competenti, ci hanno fatto sapere se e quando potrà iniziare la fornitura dell’acqua, né tanto meno ci hanno comunicato quante potranno essere le irrigazioni di soccorso. Le nostre piante stanno morendo, bisogna intervenire subito. In caso contrario procederemo legalmente, a tutela delle nostre aziende e per il sostentamento delle nostre famiglie” – conclude D’Angelo. Quanti volumi idrici sono previsti? 1,8 milioni di metri cubi dalla diga Castello, e 1,7 milioni dalla Raia di Prizzi. E sono ritenuti comunque insufficienti dai sindaci interessati. Peraltro piove sul bagnato, non nel senso letterale, perché incombe lo sciopero dei dipendenti del Consorzio di bonifica Agrigento 3, che rivendicano il pagamento degli stipendi da febbraio in poi. I sindacati battagliano: assemblee permanenti di lavoratori, ad opera di Cgil, Cisl e Uil, sono in corso a Cammarata, a Ribera e a Sciacca.