Notificati otto avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo dei referti oncologici consegnati in grave ritardo. I dettagli.
Sono otto i medici indagati dalla Procura della Repubblica di Trapani nell’ambito dell’inchiesta sui gravi ritardi nella consegna dei referti istologici da parte dell’Azienda sanitaria provinciale. Sono stati notificati gli avvisi di garanzia. E a breve si svolgerà un incidente probatorio, ovvero un contraddittorio tra tutte le parti per acquisire e cristallizzare prove altrimenti deteriorabili, per verificare se le condizioni di dieci pazienti si siano aggravate, nel peggiore dei casi fino alla morte, a causa del ritardo e dello stallo in attesa del referto, ossia se vi sia un nesso di causalità tra il ritardo e l’aggravamento, causa ed effetto. Lo scorso aprile l’Azienda sanitaria trapanese ha avviato accertamenti per riscontrare eventuali responsabilità civili, amministrative, contabili ed erariali. E a maggio, sull’onda delle polemiche, si è dimesso il direttore generale dell’Azienda, Ferdinando Croce, già sospeso dal presidente della Regione. Il caso è esploso a seguito della denuncia di un’insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, 56 anni, che ha atteso otto mesi l’esito dell’esame istologico dopo l’asportazione di una neoformazione all’utero avvenuta nel dicembre 2023 nel locale ospedale. Dal referto, sollecitato più volte anche dai legali della donna, è emerso un tumore al quarto stadio che, nel frattempo, aveva prodotto metastasi. Si è poi scoperto che i ritardi riguardavano migliaia di referti, circa 3.300 bloccati per mesi, di cui 352 esitati quando è stato ormai troppo tardi, con carcinomi giunti a stadi avanzati, compromettendo cure e prognosi. Il pubblico ministero, Antonella Trainito, contesta ai medici delle Anatomie patologiche degli ospedali di Trapani e Castelvetrano i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e omessa vigilanza. Il procedimento giudiziario intende anche risalire ad eventuali cause che abbiano provocato i ritardi, se vi siano responsabilità solo dei singoli medici o se le disfunzioni siano state conseguenza dell’organizzazione generale del sistema.