Ad Agrigento al Circolo Empedocleo ha riscosso successo di pubblico e di interesse un convegno sul tema “La scomparsa di Majorana – Una scrittura dell’inquietudine, quella di Sciascia, esibita come l’espressione della ragione”, organizzato su iniziativa della Società agrigentina di storia patria, presieduta da Calogero Brunetto, e della Fidapa, presieduta da Carmelina Guarneri, e con la direzione organizzativa di Franco Zanini. Hanno relazionato Zino Pecoraro, Salvatore Pezzino, Marina Arnone e Francesca Patti. Si sono occupati dei contributi narrativi Adalgisa Monreale, Lina Gueli, Michele Di Benedetto e Giovanni Moscato. Ha coordinato il dibattito Carmelina Guarneri. Il confronto è stato quindi incentrato sul saggio del 1975 di Leonardo Sciascia fondato sul noto episodio di cronaca della presunta morte o scomparsa del fisico siciliano, precursore della bomba atomica, Ettore Majorana, avvenuta nel 1938. Sciascia raccoglie le notizie frammentarie sul fatto e le dichiarazioni di persone vicine a Majorana. Sciascia si interroga quindi sulle congetture fatte in proposito alla morte del fisico formulandone anche di proprie. In particolare ipotizza che Majorana si sia ritirato in un convento ricusando il suo ruolo di scienziato in seguito a un’intuizione circa il possibile sviluppo della bomba atomica e le conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire.