Il tetto al prezzo massimo dei biglietti aerei è stato uno scherzo: il governo ha riscritto la norma. Cancellato il limite dell’oltre 200%, come se non bastasse.
L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha battuto i pugni sul tavolo, ha annunciato il taglio del 10% nei collegamenti con Sicilia e Sardegna a fronte del decreto “caro voli” predisposto dal ministro Adolfo Urso, e ha vinto lui. Il governo Meloni ha impugnato carta e penna, e ha riscritto il decreto contro il “caro voli”. Il signor Michael O’Leary ha definito il decreto “idiota e stupido”. Bene: il decreto è stato corretto innanzitutto cancellando il tetto ai prezzi. Non sarebbe aumentato oltre il 200% del costo medio: invece adesso aumenti pure, perché il tetto, dopo un’estate di promesse idiote e stupide, è stato abbattuto. E il ministro Urso? Silenzio: al momento non pervenuto. Poi si è scaricato tutto sull’Antitrust. Sarà l’Antitrust a vigilare per limitare l’utilizzo degli algoritmi. Ma non sarebbero stati vietati? E sarà l’Antitrust a verificare l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea, in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza. Tradotto: l’Antitrust vigilerà per evitare i “cartelli”, ovvero le compagnie che si accordano tra di loro per mantenere i prezzi a proprio piacimento non in concorrenza. Si tratta del “cartello” denunciato in Sicilia dal presidente della Regione, Renato Schifani. Per meglio intendere: l’Antitrust è la struttura che vigila sui prezzi della benzina, delle bollette dell’energia elettrica, del gas, e in genere sui costi dei servizi pubblici a carico dei cittadini. Ritenete che le funzioni dell’Antitrust, a fronte dei prezzi della benzina, delle bollette dell’energia elettrica, del gas, e in genere dei costi dei servizi pubblici a carico dei cittadini, siano state e siano efficaci, puntuali e concrete? Io no. Ritenete che tali funzioni dell’Antitrust saranno efficaci, puntuali e concrete anche per il costo dei biglietti aerei? Io no. Addirittura nel decreto, corretto dopo la sfuriata del signor Michael O’Leary, si legge che: “Le condotte praticate sulle rotte per Sicilia e Sardegna, il periodo di picco di domanda stagionale e i prezzi superiori del 200% della tariffa media del volo, sono considerati circostanze e indizi dei quali l’Autorità può tener conto”. Tradotto: se lungo le rotte per Sicilia e Sardegna, soprattutto in estate, a Natale e a Pasqua, i prezzi sono aumentati oltre il 200% della tariffa media perché il governo ha cancellato il tetto massimo di aumento, allora tale aumento oltre il 200% sarà non una pratica scorretta contro cui scatta subito la sanzione ma un “indizio”. Ovvero l’Antitrust, trattandosi di indizio e non di prova, sospetterà che si tratti di una pratica scorretta a danno dei cittadini, e agirà di conseguenza. Come? Sul come ecco ciò che si legge nel decreto corretto dopo la sfuriata del signor Michael O’Leary: “L’Antitrust avrà il potere, a valle di una indagine conoscitiva (presidiata da forti poteri ispettivi), di imporre, ove emergano fattori distorsivi nel mercato dei voli, misure strutturali o comportamentali che eliminino tale distorsione”. Tradotto: una tiratina di orecchie, e basta. Tanto perché si capisca che “la pulce ha la tosse”, allo stesso modo di così come accade per benzina, bollette e carrello della spesa. Poi la ciliegina sulla torta: siccome l’Antitrust adesso è maggiormente oberata di lavoro perché “vigilerà”, la pianta organica dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è incrementata di otto unità di ruolo della carriera direttiva e di due unità di ruolo nella carriera operativa. Dunque, oltre a pagare i biglietti aerei anche oltre il 200% della tariffa media, pagheremo anche il nuovo personale dell’Antitrust. Ministro Urso? Ministro Urso?