Ha confessato il sedicenne romeno che a Palermo ha ucciso a sprangate il senzatetto Aldo per pochi spiccioli. Al clochard saranno intitolati i Portici di Piazzale Ungheria.
Un ragazzo di 16 anni originario della Romania, immigrato a Palermo, ha colpito mortalmente con una spranga il senzatetto Aldo durante il sonno per rubargli poco più di 20 euro di spiccioli dalle tasche: ecco la Sicilia e l’Italia della fine del secondo decennio del 21esimo secolo primo del terzo millennio. Non è retorica ma avvilente e raccapricciante verità, testimonianza di un’epoca orribile, alle prime pagine, tra Desirèe Mariottini, Pamela Mastropietro, e ancora tutta da scrivere nei libri di storia. Lui, il minorenne romeno, ha ammesso le sue responsabilità, ha confessato: “Ho rubato i soldi, per questo l’ho colpito”. I Carabinieri lo hanno trasferito nel centro di prima accoglienza “Malaspina”. E’ stato incastrato dalle immagini registrate da alcune telecamere nella zona del barbaro e vile assassinio. Insieme a lui è stato anche un ragazzino di 12 anni, affidato ad una comunità alloggio per minori. Il sedicenne romeno è stato interrogato dalla magistrato della Procura dei Minori, Paoletta Caltabellotta, e ha raccontato di avere colpito Aldo con una spranga di ferro e poi di essere fuggito con circa 20 euro, i soldi che Aldo ha guadagnato dipingendo ritratti ai passanti. Aid Abdellah, ecco il nome di battesimo dell’uomo di origine francese, ma Aldo per tanti amici e conoscenti della città, è stato trovato morto al primo mattino di martedì 18 dicembre, ferito alla testa, sanguinante, con le tasche dei pantaloni risvoltate, ed il suo giaciglio a soqquadro. Determinante è stata la testimonianza di un altro senzatetto, un serbo, registrato anche lui dalle telecamere, ascoltato dai Carabinieri, e che avrebbe contribuito a scoprire l’assassino, il romeno che abita con il fratello e la compagna di suo fratello nel quartiere Ballarò. L’abitazione è stata perquisita, e sono stati scoperti gli abiti indossati la notte dell’aggressione, anche le scarpe, con macchie di sangue. Il tutto è sotto esame dei Carabinieri del Ris, il Reparto investigazioni scientifiche, di Messina. Il colonnello Antonio Caterino, comandante del gruppo Carabinieri Palermo, commenta: “La nostra attività investigativa ci ha permesso di ottenere le risposte che attendevamo. Le indagini sono state frutto di un controllo del territorio molto serrato anche in questa zona della città in cui si trovano vari senzatetto. I circuiti della videosorveglianza si sono rivelati fondamentali e ci hanno indirizzato sulla strada giusta”. Aldo, 56 anni, ha vissuto in compagnia di un gatto, Helios, inseparabili, e che adesso è stato adottato da una donna palermitana, la barista che ogni mattina ha offerto la colazione ad Aldo. I portici di Piazzale Ungheria, dove è stato scritto “Ciao Aldo, amico di tutti”, saranno intitolati alla vittima della nostra epoca orribile.