HomeCronaca"Inquinamento mare San Leone", parola al consulente del Pm

“Inquinamento mare San Leone”, parola al consulente del Pm

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, innanzi alla seconda sezione penale presieduta dalla giudice Wilma Mazzara, si è svolta un’altra udienza del processo a carico di cinque imputati ai quali la Procura della Repubblica di Agrigento contesta, a vario titolo, l’avere scaricato dal giugno 2008 al luglio 2013 tutti i reflui non depurati della rete fognaria della zona sud – est di Agrigento, tra San Leone, Cannatello e Villaggio Peruzzo, nel mare antistante la costa di San Leone tramite due scarichi non autorizzati, essendo scaduta l’autorizzazione. I due scarichi sono stati due condotte sottomarine, intese una “Pubblica Sicurezza” e l’altra “Padri Vocazionisti”. E tale scarico presunto inquinante, illegale e non autorizzato sarebbe stato aggravato dalla frequente rottura delle condotte o dallo straripamento delle centraline di sollevamento anche in spiaggia, nei pressi della battigia, più volte segnalato e documentato in video e foto dall’associazione ambientalista “MareAmico” di Claudio Lombardo. Ebbene, ha deposto in aula il professor Salvatore Sciacca, consulente del pubblico ministero, Antonella Pandolfi. Sciacca, già docente universitario a Catania, tra l’altro ha dichiarato: “C’erano due problemi. Uno: le perdite dai pennelli a mare che scaricavano a poche centinaia di metri e non a chilometri di distanza dalla riva. L’altro: il mancato trattamento dei liquami che arrivavano a mare filtrati solo con una semplice e grossolana grigliatura. I liquami finivano in acqua, a poche centinaia di metri e senza il doppio trattamento depurativo previsto dalla legge. Questo avveniva anche perché sulla condotta gravava un numero di utenze spropositato”.

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