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Porto Empedocle, la giunta Carmina individua gli interventi dove verranno impegnati i percettori del reddito di cittadinanza

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“Diamo attuazione alla più grande misura di carattere sociale portata avanti da una forza politica in Italia e dovuta al Governo Conte: ridare dignità a chi si trovi senza occupazione con il Reddito di Cittadinanza, che prevede però i percettori siano utilizzati in Progetti di Pubblica utilità”. Lo dice la sindaca di Porto Empedocle, Ida Carmina.

L’Amministrazione comunale, infatti, ha approvato in Giunta 8 progetti utili alla collettività per i primi 160 percettori di reddito di cittadinanza che potranno prestare servizio in città.

In particolare, per l’AmbitoSociale è stato varata l’iniziativa di supporto ai servizi sociali, si mira a creare uno spazio di ascolto, informazione, orientamento ed unitarietà di accesso, migliorando la gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi.

Per il FrontOffice con accoglienza in sicurezza negli uffici comunali, per vigilare e garantire le misure di prevenzione anti Covid-19; al Comune per dare maggior supporto agli uffici per migliorarne l’efficienza.

Nell’ambito della Scuola sicura, per offrire supporto al personale incaricato della gestione dei servizi scolastici per i corretti adempimenti nella gestione per verificare il corretto comportamento degli studenti al momento dell’ingresso e dell’uscita dagli edifici scolastici.

Per il Verde pubblico per il mantenimento del verde pubblico e lo spazzamento delle vie di Porto Empedocle, per renderle più decorose, ma anche per realizzare piccoli lavori di manutenzione edile e stradale e tinteggiatura di recinzioni e panchine verranno impiegati 60 lavoratori.

Inoltre, prevista la pulizia per attività di pulizia e manutenzione degli edifici comunale e ancora alla Biblioteca per la catalogazione dei libri in biblioteca (registrazione su programma pc dei libri presenti in biblioteca e sistemazione sugli scaffali).

Infine nell’ambito dell’iniziativa “Insieme per la Torre” per collaborare con i volontari della Pro Loco per l’allestimento di iniziative pubbliche come mostre, conferenze ed eventi.

Giro di usura, condannati i due fratelli Maira di Canicattì

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Il Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, ha disposto la condanna nei confronti dei fratelli Antonio e Giuseppe Maira, rispettivamente 69 e 64 anni, di Canicattì, accusati di concorso in estorsione aggravata, ed usura. Inflitti 5 anni di reclusione, e 20mila euro di multa, oltre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, a Giuseppe Maira, e 4 anni e 8 mesi, e una multa di 16.600 euro, al fratello Antonio. Il Gup ha altresì disposto la confisca per equivalente dei beni mobili, e immobili fino alla concorrenza dell’ingiusto profitto conseguito, nonché di 430 mila euro trovati nelle disponibilità o riconducibili ai due fratelli e ai loro familiari.

Accolta la richiesta del pubblico ministero Elenia Manno, che al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna, per Giuseppe la richiesta era stata di sei anni di reclusione, per Antonio quattro anni e otto mesi. I due fratelli, difesi dagli avvocati Maria Marchese e Giovanni Salvaggio, avrebbero prestato soldi con tassi usurari ad un imprenditore che – secondo l’accusa – a fronte di 29 mila euro di prestito avrebbe “ritornato” una somma di quasi 70 mila euro (dal dicembre del 2017 al gennaio del 2019). Gli altri due episodi contestati sono un prestito da 5.800 euro, che erano stati già pagati 11 mila euro, e l’altro, 35 mila euro di prestito.

Licata, fugge all’alt della Polizia. Dopo un lungo inseguimento è stato arrestato

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Non si ferma all’Alt della polizia, e fugge velocemente, verosimilmente per evitare sanzioni. Intercettato da una pattuglia della polizia Stradale di Gela, ha speronato l’auto di servizio. Alla fine del rocambolesco inseguimento, è stato bloccato. Il protagonista della vicenda è un trentaquattrenne di Licata, che è stato arrestato per le ipotesi di reato di violenza e resistenza a Pubblico ufficiale e danneggiamento.

 

Tutto quanto l’altro pomeriggio, quando un equipaggio della polizia Stradale del distaccamento di Gela, durante il servizio di vigilanza nel centro abitato di Licata, ha notato una Fiat Panda, che ha commesso una violazione al Codice della strada. I poliziotti hanno intimato di fermarsi, me per tutta risposta, il conducente del veicolo, per sottrarsi al controllo, ha prima arrestato la marcia, e dopo aver visto gli agenti avvicinarsi, è ripartito velocemente.

La pattuglia ha quindi iniziato un inseguimento per le vie cittadine di Licata. L’utilitaria è stata affiancata più volte per interrompere la fuga, e l’uomo alla guida della Panda ha speronato l’auto della polizia, ed è finito contro un autocarro parcheggiato. Nonostante l’incidente, il licatese ha proseguito nuovamente la marcia, imboccando anche tratti di strada in contromano.

Poi, tentando sempre la fuga, ha iniziato a percorrere un tratto di strada sterrata, ma ha danneggiato il proprio mezzo. E’ stato quindi bloccato dai poliziotti, che lo hanno arrestato in flagranza. Gli sono state elevate anche diverse sanzioni al Codice della strada e la Panda, è stata sequestrata. L’arrestato ha giustificato la fuga per sfuggire alle sanzioni, poiché privo di patente di guida, in quanto revocata precedentemente.

Favara, un farmacista e un imprenditore ittico denunciati per abbandono di rifiuti

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Sorpresi dai carabinieri della tenenza di Favara, coordinati dal comando compagnia di Agrigento, a gettare materiali e rifiuti in un’area di contrada “Gerlando Marino” alla periferia dell’abitato favarese.

Si tratta di una quarantenne, titolare di una farmacia, e un cinquantaquattrenne commerciante di prodotti ittici, entrambi agrigentini, denunciati in stato di libertà, alla Procura della Repubblica, per abbandono e deposito incontrollato di rifiuti.

La farmacista ha depositato un ingente quantitativo di medicinali scaduti, scatole e altri materiali farmaceutici, mentre il pescivendolo ha scaricato cassette in polistirolo e scarti di prodotti ittici. L’area in questione, di circa 500 metri quadrati, è stata sottoposta a sequestro.

Covid 19, oltre 1.350 casi in Sicilia. Trentadue le vittime

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I nuovi casi di contagio accertati in Sicilia, nelle ultime 24 ore, sono 1.355, più 125 rispetto a ieri. I tamponi effettuati sono stati 20.255. Aumenta anche il numero dei ricoverati. E ci sono state altre 32 vittime. I dati emergono dall’ultimo bollettino del Ministero della Salute, aggiornato alle 15 di oggi, venerdì 22 gennaio.

Questa la suddivisione dei nuovi casi per provincia: Catania: 356 (36.370 casi complessivi dall’inizio della pandemia); Palermo: 289 (34.754); Messina: 297 (16.495); Trapani: 152 (9.032); Siracusa: 106 (8.594); Ragusa: 32 (7.770); Caltanissetta: 51 (5.724); Agrigento: 56 (5.007); Enna: 16 (3.973).

Confasi Scuola contraria al taglio delle docenze di sostegno a seguito dell’approvazione del PEI

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La Confasi Sicilia è nettamente contraria al taglio delle docenze di sostegno a seguito dell’approvazione da parte del Ministero del Piano Educativo Individuale (PEI) per alunne e alunni con disabilità. Si tratta di un documento che contiene la progettazione individualizzata per ciascuna studentessa e ciascuno studente con disabilità per garantirne l’inclusione scolastica: professionalità necessarie, strumenti di supporto, interventi educativo-didattici, obiettivi e modalità di valutazione. I dirigenti del comparto regionale scuola di Confasi ritengono invece che occorre promuovere una forte integrazione a livello scolastico ed extra-scolastico della persona con disabilità e pertanto si dicono assolutamente contrari a qualsiasi taglio delle docenze così come paventato dal Ministero.

Positivo al Covid, torna al laboratorio di analisi e pretende i soldi indietro: senegalese provoca il caos

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E’ risultato positivo al Covid, ma anziché porsi in isolamento, è tornato al centro analisi perché  vuole restituiti i soldi del tampone.
“Ho contratto la malattia, ma non ho nessuna intenzione di restare rinchiuso a casa per la quarantena”. L’extracomunitario ha provocato il panico all’interno della struttura, ubicata al Viale della Vittoria, perché voleva restituiti i soldi spesi per il tampone. Al momento di scompiglio è subito seguita la richiesta di intervento alla polizia di Stato. Al Viale si sono precipitate le pattuglie della sezione Volanti della Questura che hanno provato a riportare la calma, ma soprattutto ad allontanare – perché il rischio di contagio è più che concreto – il senegalese positivo al virus. E’ stata anche, naturalmente, allertata l’Asp. Con l’apposita ambulanza, e con tutti i dispositivi di sicurezza necessari, l’immigrato è stato già riportato nella sua abitazione.

Il senegalese verrà denunciato ai sensi dell’articolo 260 del testo unico sanità .

“Spartacus”, la Corte dei Conti assolve ex assessore regionale Mariella Lo Bello

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Mariella Lo Bello

Con atto di citazione depositato in data 1.06.2018, la Procura Regionale della Corte dei Conti ravvisava un danno erariale complessivo di euro 35.401.000, pari alle risorse impiegate nel progetto “Spartacus”, contestando la liceità dello stesso sotto tre distinti profili: 1) violazione del divieto di affidare in house il progetto al CIAPI, in quanto ente non adeguato sul piano organizzativo; 2) violazione del divieto di assunzione in enti e società regionali del personale impiegato per la realizzazione delle attività progettuali; 3) sviamento di risorse pubbliche per finalità diverse da quelle programmate, assumendo che l’unico scopo realmente perseguito dalla Amministrazione regionale fosse quello di assicurare lavoro precario ai soggetti precedentemente addetti agli sportelli multifunzionali.

La Procura Regionale della Corte dei Conti citava l’ex Assessore regionale Maria Lo Bello a comparire innanzi alla Corte dei Conti sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana, per sentirla condannare al pagamento della somma complessiva di euro 885.250,00.

Più nel dettaglio, la Procura regionale contestava all’Assessore Lo Bello di avere, nella qualità di componente della Giunta Regionale, contribuito con il proprio voto favorevole alla adozione della deliberazione n. 328 del 2013 fornendo, per questa via, un apporto causalmente riconducibile alla programmazione ed alla esecuzione del progetto “Spartacus”.

Costituitasi in giudizio con il patrocinio dell’Avv. Girolamo Rubino, l’ex Assessore regionale sviluppava articolate difese evidenziando, in particolar modo, come la Giunta, con la deliberazione n. 328/2013, si fosse limitata ad esprimere una mera presa d’atto in ordine alla proposta dell’Assessore Regionale competente, rimettendo agli organi ed agli uffici dell’Amministrazione regionale il compito di verificare la concreta fattibilità del progetto in questione, che in quella fase si trovava allo stato embrionale.

In estrema sintesi, l’ex Assessore Lo Bello contestava l’assenza di qualsivoglia nesso causale tra la deliberazione n. 328/2013 ed il presunto danno contestato dalla Procura.

Veniva infatti eccepito come la Giunta Regionale risultasse del tutto estranea alle vicende successive che avevano portato alla compiuta elaborazione ed esecuzione del progetto in parola.

Il Giudice di primo grado, in totale adesione alle tesi difensive sviluppate in prime cure dall’Avv. Rubino, escludeva qualsivoglia addebito a carico della Sig. Lo Bello, rilevando la carenza del necessario nesso eziologico tra la più volte richiamata deliberazione della Giunta regionale n. 328/2013 ed il danno prospettato dalla Pubblica accusa.

La Procura ha successivamente impugnato la sentenza pronunciata dalla Corte dei Conti.

L’ex Assessore Lo Bello ha conferito dunque mandato agli Avv.ti Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza al fine di resistere all’appello proposto dalla Pubblica accusa.

Con comparsa di risposta depositata, i legali dell’Assessore Lo Bello hanno contestato gli articolati motivi di impugnazione proposti dalla Procura.

In particolar modo, gli Avv.ti Rubino e Valenza hanno evidenziato che, a differenza di quanto erroneamente affermato dal P.M. contabile, fossero state osservate le regole previste ai fini dell’affidamento in house del servizio.

Inoltre, i difensori dell’Assessore Lo Bello hanno evidenziato come non fosse possibile ravvisarsi alcuna violazione del divieto previsto dal comma 10 dell’art. 1 l.r. 25/2008, considerato che il personale impegnato nell’erogazione del servizio era stato assunto avvalendosi di fondi comunitari e, dunque, senza alcun onere a carico del bilancio della Regione.

Infine, i legali dell’Assessore Lo Bello, con specifico riguardo al terzo asserito “pilastro di illiceità”, hanno evidenziato come non fosse possibile ravvisare alcun profilo di responsabilità in capo alla parte assistita.

La Giunta Regionale, infatti, con deliberazione n. 286/2013, aveva affidato al Dipartimento del Lavoro la concreta gestione ed attuazione della Misura Anticiclica n. 4.A.3 denominata “Tutela dell’occupazione e delle politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga”.

La Giunta, dunque, aveva individuato la struttura regionale che si sarebbe specificatamente occupata del tema relativo alla erogazione di servizi in favore dei soggetti destinatari degli ammortizzatori sociali.

Pertanto la stessa Giunta, con deliberazione n. 328/2013, si era limitata a prendere atto della proposta dell’Assessore Bonafede, rimettendo agli uffici competenti il compito di valutare la concreta fattibilità del progetto, la sua inerenza rispetto agli obiettivi perseguiti dalla Regione con la Misura Anticiclica 4.A.3, le modalità di svolgimento del servizio.

Con sentenza n. 9/2021, la Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale di Appello, in adesione alle tesi difensive degli Avv.ti Rubino e Valenza, ha dichiarato pienamente legittimo l’affidamento in house disposto dall’Amministrazione regionale, rigettando l’appello proposto dalla Procura condannando la parte pubblica alla refusione delle spese processuali del primo e del secondo grado del giudizio, quantificandole in misura pari ad euro 4.000,00 “da maggiorarsi con il 15% per spese generali, I.V.A. e C.P.A.”

In particolar modo, la sezione Giurisdizionale d’Appello ha confermato l’assenza di violazioni della normativa vigente per l’affidamento in house.

Inoltre, il Giudice di Appello ha chiarito come, nel caso di specie, non vi fosse alcuna violazione della normativa regionale in tema di assunzione del personale, in ragione del fatto che erano state impiegate risorse comunitarie per l’assunzione del personale preposto alla realizzazione del progetto Spartacus.

Inoltre, la Sezione Giurisdizionale di Appello della Corte dei Conti ha chiarito che l’eventuale impiego di personale per la realizzazione di finalità diverse da quelle progettuali non può determinare un danno erariale riferibile all’intero progetto.

Ampio intervento di Paragone (Italexit) in onda su Teleacras

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Oggi, venerdì 22 gennaio, al termine del Videogiornale di Teleacras, dopo la fascia pubblicitaria, è in onda un ampio intervento del leader di Italexit, il senatore Gianluigi Paragone.

Cade muro in centro storico ad Agrigento, evacuate 16 persone

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Tragedia sfiorata nel centro storico di Agrigento. Un muro di contenimento, a ridosso di una scala che porta ad una vecchia palazzina di tre piani, è crollato ieri sera. Complessamente sgomberate 16 persone. È successo in via Argento, a pochi passi dalla scalinata di via Madonna degli Angeli, nel centro storico di Agrigento.

L’episodio, che miracolosamente non ha provocato vittime e feriti, sarebbe stato causato dall’abbandono della zona, e dalle infiltrazioni dell’acqua piovana, che di fatto hanno aggravato lo stato di criticità strutturale del manufatto.