Un magazzino stracolmo di marijuana è stato trovato dai carabinieri della compagnia di Licata in un’abitazione ed è subito scattato l’arresto per G. M. con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. I controlli dei carabinieri – per prevenire e reprimere lo spaccio di stupefacenti – vanno naturalmentre avanti senza alcuna tregua. Ed è in questo contesto che l’attenzione dei militari della compagnia di Licata è stata attirata dall’atteggiamento sospetto di un licatese, G. M., già noto alle forze dell’ordine. S’è deciso di effettuare una perquisizione domiciliare ed effettivamente i carabinieri ci avevano visto giusto. All’interno di quella residenza, c’era – stando all’accusa formalizzata – una camera ricolma di sacchi di plastica trasparente e tre scatoloni, oltre a diversi barattoli di vetro, tutti pieni di marijuana in parte già confezionata. Una volta terminata la perquisizione, i militari hanno sequestrato ben 104 chili di “erba” e altri 4 chili di semi di marijuana, oltre agli oggetti utili al confezionamento dello stupefacente.
Ferrovia Trapani-Alcamo via Milo, l’assessore regionale: “Da un anno Roma tace sul parere alla ristrutturazione”
Se ad Agrigento i treni scarseggiano, a Trapani attendono una svolta. “Tra poche settimane sarà passato un anno. Un anno esatto dall’invio delle carte al Ministero dell’Ambiente per ottenere un parere sulla ristrutturazione della ferrovia Trapani-Alcamo via Milo, chiusa dal 2013. La Sicilia occidentale e l’intera Regione attendono infatti un cenno da Roma dal 24 settembre 2019. Nel frattempo, un’infrastruttura strategica giace immobile ormai da quasi un decennio, pur essendo già disponibili fondi e progetto per il ripristino della tratta. Sino a ieri mattina abbiamo manifestato tutto il nostro disappunto e chiesto una rapida svolta. Se così non sarà, dovremo prenderne atto e il prossimo 24 settembre, allora, festeggeremo amaramente questo anno di attesa del parere. Andremo in piazza al fianco del territorio trapanese, penalizzato da una burocrazia sorda e dall’assenza di una linea ferroviaria all’altezza”.
Lo rende noto l’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana Marco Falcone, a proposito del progetto di riapertura della diramazione via Milo della ferrovia Trapani-Alcamo. “Già lo scorso giugno – aggiunge Falcone – avevamo chiesto al ministro Sergio Costa un intervento straordinario per sbloccare l’iter sulla verifica di non assoggettabilità a Via, consentendo così a Rfi di mandare in gara i lavori da 144 milioni di euro cui si aggiungono i 60 milioni per l’elettrificazione della tratta. Purtroppo però, malgrado gli sforzi finanziari e progettuali di Rfi e del Governo Musumeci, il territorio rimane mutilato. Lanciamo un nuovo appello al Ministero – conclude Falcone – affinché si ponga subito fine a questa snervante stasi”.
Proseguono le “consultazioni” della Uil con i candidati sindaco di Agrigento


“Il mio appello ai candidati sindaco di Agrigento è stato già accolto da Marco Zambuto e Franco Miccichè. Li ho incontrati ed ho potuto constatare che entrambi si dicono pronti a mettersi subito al lavoro, se eletti, per far svoltare una volta e per tutte la città dei Templi. La qualità della vita deve migliorare, bisogna battersi affinché i nostri giovani non vadano più via, bisogna creare tutta una serie di interventi per creare nuovi posti di lavoro. Sbloccare, immediatamente, il Piano regolare generale, portare a compimento il piano di recupero del centro storico. Aiutare il commercio che con la Pandemia in atto e la conseguente assenza dei turisti stranieri rischia di collassare in autunno. Non c’è più tempo da perdere, rimboccarsi le maniche e mettersi subito al lavoro dovrà essere più che un impegno da parte del nuovo sindaco. Sia Zambuto che Miccichè si sono detti pronti a coinvolgere fin da subito il sindacato e gli ordini professionali. Mi attendo che anche gli altri candidati sindaco, a cominciare dall’uscente Lillo Firetto possano incontrarmi. Io non ho lanciato un appello, ho voluto lanciare un grido di dolore che solo con tanto duro lavoro, potrà diventare un grido di speranza per salvare questa splendida terra.
Blitz della Guardia di Finanza a Sciacca, sequestrate 10 discariche abusive
I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Agrigento hanno dato esecuzione a Sciacca a 10 decreti di sequestro preventivo di altrettante discariche abusive di rifiuti speciali, estese per un’area di oltre 20.000 metri quadrati. I provvedimenti di sequestro sono stati adottati dall’ufficio del gip del tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, su richiesta del sostituto procuratore Michele Marrone. Ad eseguirli gli uomini delle Fiamme gialle di Sciacca. Le discariche sono state individuate in vari punti del territorio di Sciacca: nelle contrade Tabasi, Timpi Russi, Bordea e Santa Maria. In quelle aree vi erano stati sversati ingenti quantitativi di rifiuti speciali, costituiti principalmente da sfabbricidi derivanti dall’attività edile. I militari, nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Sciacca, hanno anche individuato un laghetto artificiale, oggi del tutto sommerso dai rifiuti. L’operazione fa seguito ad analoghe attività svolte nei mesi precedenti, sempre dalla Guardia di finanza che hanno sottoposto a sequestro altre tre aree adibite a discariche abusive per oltre 10.000 metri quadrati, denunciando alla Procura i relativi responsabili.
Disposto il recupero del peschereccio affondato a Lampedusa
Dopo la tragedia urge fare chiarezza e tutelare anche l’ambiente. La Guardia costiera di Lampedusa ha diffidato il comandante del peschereccio “Valeria III”: “Si proceda al recupero della barca per evitare sversamenti in mare”. Non sarà semplice, né tantomeno sarà un’operazione da poter realizzare nel giro di qualche ora, ma il peschereccio “Valeria III” non deve inquinare e deve ritornare a galla. Anche perché dovrà essere sottoposto ad accertamenti tecnici per stabilire cosa abbia determinato, ad un miglio e mezzo da Capo Ponente, il naufragio che è costato la vita a Giovanni Bono, pescatore di 59 anni. Ieri, a Lampedusa, è stata giornata di lutto cittadino, con tanto di bandiere – quelle del Municipio – a mezz’asta. Sulla tragedia, la Procura della Repubblica di Agrigento – con a capo il procuratore Luigi Patronaggio – ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti per le ipotesi di reato di naufragio ed omicidio colposo. Oltre agli accertamenti tecnici sul peschereccio – sull’isola si parla di una falla apertasi all’improvviso nello scafo -, la Procura ha disposto l’esame esterno della salma del pescatore cinquantanovenne.
Il Tar “congela” e sospende il decreto con cui Musumeci ha chiuso gli hotspot
Il presidente della terza sezione del Tar di Palermo, Maria Cristina Quiligotti, ha accolto l’istanza cautelare presentata dal Governo e ha sospeso l’esecutività del decreto del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull’isola. La camera di consiglio è stata fissata per il 17 settembre prossimo. Per il Tar di Palermo “le misure adottate con il provvedimento impugnato non possono ritenersi rientranti nell’ambito dell’esercizio dei poteri delegati dall’autorità del Governo centrale, in mancanza delle predette necessarie previe direttive in materia”. E il “Soggetto Attuatore delle misure emergenziali connesse allo stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei Ministri” per il Covid-19 “opera sulla base di specifiche direttive impartite dal Capo del Dipartimento della protezione civile”. “Le misure adottate con l’impugnato provvedimento – scrive il Tar – sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle Regioni”, anche se “disposte con la dichiarata finalità di tutela della salute in conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale”. Anche perché, rileva il giudice amministrativo, “involvono e impattano in modo decisivo sull’organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio nel territorio italiano, che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato” e, “peraltro, sono certamente idonee a produrre effetti rilevanti anche nelle altre regioni e, quindi, sull’intero territorio nazionale, nel quale dovrebbero essere trasferiti, nell’arco delle 48 ore decorrenti dalla pubblicazione dell’ordinanza, i migranti allo stato ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza insistenti sul territorio regionale”. ”Ennesima vergogna italiana, governo e ‘giustizia’ spalancano porti e porte ai clandestini. Dalla Lega massimo sostegno a Musumeci e ai siciliani. Tutti i nostri sindaci e governatori sono mobilitati per evitare qualsiasi nuovo arrivo di clandestini che ormai non sono più solo un problema economico e sociale ma anche sanitario”. Lo dice, secondo quanto riporta l’Adnkronos, il leader della Lega Matteo Salvini dopo la decisione del Tar di Palermo sull’ordinanza Musumeci.
Coronavirus in Sicilia, 50 nuovi positivi (tutti siciliani) nelle ultime 24 ore
Sono 50 i nuovi casi di contagio da Covid 19 in Sicilia, nessuno dei quali tra migranti. Agrigento e provincia non sono contemplati in questo “bollettino”. Il dato, come sempre, è fornito dal Ministero della Salute. I ricoverati con sintomi sono 62, mentre resta ancora stabile il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (10). Anche in isolamento restano sempre 947 persone per un totale di 1019 attuali positivi per un totale di casi, dall’inizio della pandemia, di 4.174. Sono stati eseguiti 4.072 tamponi che portano il totale a quasi 337.800. Resta fermo a 286 il totale delle vittime dell’epidemia nell’isola, senza nessun nuovo decesso nell’ultima settimana. Per quanto riguarda le province, a Palermo si registrano 17 nuovi positivi, quindi 16 a Catania, 7 di questi sono provenienti da paesi esteri, 7 a Messina, di questi cinque sono tornati dalla Sardegna, 3 a Ragusa, di questi due di ritorno da Malta e 7 a Siracusa.
Interruzione sul Fanaco, crisi idrica in 9 comuni dell’agrigentino
Disagi idrici in 9 Comuni dell’Agrigentino. Un guasto lungo condotta ha provocato l’interruzione dell’acquedotto Fanaco. Lo rende noto la gestione commissariale del servizio idrico integrato che è stata, a sua volta, allertata da Siciliacque Spa. A secco sono Ravanusa, Canicattì, Campobello di Licata e Casteltermini. Per lo stesso motivo risulta minore la fornitura idrica nei Comuni alimentati dal partitore di Aragona: Agrigento (zona San Michele, Fontanelle, via Unità d’Italia); Aragona; Comitini; Porto Empedocle (zone Bellavista e Caliato); Favara e le utenze Voltano. Ma non è finita. Risulta sensibilmente ridotta – rendono noto sempre i commissari della Girgenti Acque – la fornitura idrica in arrivo al punto di consegna serbatoio “Forche” del Comune di Agrigento, a servizio dei seguenti serbatoi: Giardini; Rupe; Itria; Madonna delle Rocche; Viale della Vittoria; Forche; Cozzo Mosè e Poggio Muscello. Le turnazioni idriche in programma per domani, 28 agosto, e per sabato subiranno degli slittamenti. La distribuzione tornerà regolare non appena Siciliacque, società di sovrambito, avrà ripristinato la fornitura idrica ai Comuni, normalizzandosi nel rispetto dei necessari tempi tecnici.
Stroncato da un infarto mentre era in moto
Stroncato da un infarto fulminante mentre era in sella alla propria moto, sulla strada statale 115 all’altezza di Licata. Sono stati vani i soccorsi prestati al motociclista Gianluca Andrea Borino, 49 anni. La tragedia s’è consumata nel primissimo pomeriggio. L’uomo pare non fosse da solo sulla moto. Ed è stato proprio il passeggero – stando a quanto si apprende – a lanciare l’allarme, chiamando subito il 118. La centrale operativa di Caltanissetta ha inviato, lungo la statale 115, un’autoambulanza e l’elisoccorso. I soccorritori hanno fatto di tutto: massaggio cardiaco e manovre rianimatorie. Poi, però, accertato che per il motociclista non c’era più niente da fare si sono arresi. Il 49enne è spirato per un arresto cardiaco. Sul posto anche i poliziotti del commissariato di Licata.
Riesame accoglie appello della Procura e ordina gli arresti domiciliari per il deputato Carmelo Pullara
Una notizia che potrebbe avere conseguenze importanti dal punto di vista politico, in vista delle prossime elezioni amministrative anche ad Agrigento. Il tribunale del Riesame di Palermo ha accolto l’appello della Procura e ha ordinato – secondo quanto riporta l’agenzia Agi – gli arresti domiciliari per il deputato regionale dei Popolari e autonomisti Carmelo Pullara, che è originario di Licata. Pullara però non verrà immediatamente arrestato perché ha il diritto di ricorrere in Cassazione. L’esponente politico è indagato nell’ambito dell’inchiesta “Sorella sanità”, su una serie di presunte corruzioni e turbative d’asta (è proprio questo il reato contestato a Pullara) nell’ambito degli appalti per le forniture a ospedali e aziende sanitarie provinciali. Il volume di affari interessato dalle gare oggetto dell’indagine è di oltre 600 milioni di euro. Il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis aveva chiesto gli arresti in casa per il parlamentare già nel maggio scorso, ma il gip Claudia Rosini li aveva negati, sostenendo l’insussistenza dei gravi indizi: basandosi su una serie di intercettazioni, i pm Giovanni Antoci e Giacomo Brandini avevano sostenuto come nel 2018 Pullara avesse cercato di favorire l’azienda Manutencoop, oggi Rekeep, che ha sempre sostenuto di essere estranea alla vicenda. Anche l’indagato aveva respinto gli addebiti ma ora il collegio presieduto da Daniela Vascellaro, a latere Stefania Brambille e Ettorina Contino, ha deciso in maniera diversa dal giudice Rosini.
“Non posso crederci! -commenta il deputato – ho assistito personalmente all’udienza e devo dire che tutto mi aspettavo tranne che questa decisione anche perché le argomentazioni portate avanti dalla pubblica accusa in fatti ed atti non risultano vere. Ciò non di meno le decisioni si accettano. Con fiducia attenderò il giudizio della Cassazione sperando di mettere fine a questa per me assurda vicenda.”