Una novantina di persone che hanno partecipato a una festa di matrimonio a Nicosia (Enna) sono sottoposte a quarantena dopo la notizia che uno degli invitati che vive e lavora in Germania è risultato positivo al Covid 19 ed è stato ricoverato in ospedale al suo rientro dall’Italia.
Tutti gli invitati saranno sottoposti a tampone nelle prossime ore mentre si stanno accertando i contatti che hanno avuto da sabato 26 luglio, data del matrimonio. Una delle partecipanti, già risultata positiva, è stata trasferita a Catania dove è ricoverata. L’uomo aveva partecipato al matrimonio del 26 luglio, già durante il viaggio di rientro in Germania manifestava alcuni sintomi, ma solo una volta arrivato a destinazione, superando, quindi i controlli, i sintomi si sarebbero aggravati. La donna positiva di Nicosia, ma che al momento non presenterebbe sintomi, è una congiunta dell’uomo risultato infetto. L’allarme è scattato tra martedì e ieri.
Invitato a un matrimonio positivo al Covid, 90 ospiti in quarantena
Rissa in famiglia per l’eredità, due denunciati
Sono volati calci e pugni ieri sera in un’abitazione di Canicattì, dove per questioni attinenti a una eredità sono venuti alle mani alcun componenti dello stesso nucleo familiare.Sul posto sono giunti gli agenti del locale Commissariato. Tre persone stavano animosamente litigando e due di esse sono state denunciate in stato di libertà per un’aggressione e minaccia nei confronti del proprio congiunto. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha evitato che la gazzarra potesse degenerare ulteriormente.
Amministrative ad Agrigento: l’intervista a Paquito Danile di Forza Italia Agrigento
Circa una settimana fa, su mandato del vice coordinatore regionale di Forza Italia, onorevole Riccardo Gallo, e del coordinatore provinciale di Agrigento, onorevole Vincenzo Giambrone, si è proceduto alle nomine dei quadri dirigenti in occasione dei prossimi appuntamenti elettorali.
Si tratta di tre liberi professionisti: coordinatore cittadino il dottor William Giacalone, responsabile comunicazione il dottor Paquito Danile, e presidente Forza Italia città di Agrigento il dottor Giulio Cinque.
In proposito, oggi al videogiornale di Teleacras, è in onda un’intervista al dottor Paquito Danile, neo responsabile comunicazione di Forza Italia Agrigento.
In arrivo 19 milioni per curare i paesaggi agrari di valore culturali
Diciannove milioni di euro per ripristinare i paesaggi agrari tradizionali che ricoprono un elevato interesse culturale ed ambientale, contenere i fenomeni di erosione e di dissesto idrogeologico innescati a seguito dell’abbandono dei territori. Lo prevede la graduatoria provvisoria, pubblicata dall’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, a valere sulla Misura 4.4 D del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia 2014 – 2020. Recupero dei terrazzamenti in stato di degrado, con ripristino dei muretti a secco; recupero di piante di interesse storico e paesaggistico con tagli di ricostituzione; piantumazioni o interventi di recupero dei versanti per contrastare l’erosione ed il dissesto idrogeologico, sono alcuni degli interventi che sara’ possibile eseguire. Soddisfatto Edy Bandiera, assessore regionale per l’Agricoltura.
“Sin dall’insediamento del Governo Musumeci, – dice – abbiamo cercato di cambiare passo nell’affrontare l’emergenza determinata dal sovrappopolamento dei ghiri nei Nebrodi. Emergenza che non puo’ essere contrastata solo con il monitoraggio, il controllo ecologico, con la collocazione di trappole e con la liberazione di rapaci. Spazio quindi ai tanti interventi finanziati che ricadono nel singolare paesaggio dei Nebrodi, caratterizzato dai noccioleti”.
Avaria al traghetto per Lampedusa, turisti bloccati dormono a bordo
Un’avaria al motore del traghetto Sansovino prossimo a entrare in banchina a Porto Empedocle ha impedito ieri notte la ripartenza dello stesso alla volta di Lampedusa. A terra sono rimasti un centinaio di turisti diretti per le vacanze nelle Pelagie, ai quali la compagnia Siremar ha fatto la “cortesia” di dormire a bordo dell’imbarcazione di linea. Sono partiti questa mattina con il traghetto Cossìra, il quale ha svolto una partenza straordinaria nel giorno in cui avrebbe dovuto rimanere fermo. Particolare curioso: dal traghetto in avaria sono scesi ieri sera circa 200 migranti giunti da Lampedusa.
Porto Empedocle, quartieri senz’acqua, la sindaco requisisce aree a privato per accedere a serbatoio
Quartieri senz’acqua da mesi per l’impossibilità di raggiungere il serbatoio comunale: scatta l’esproprio temporaneo di terreni privati. La sindaco Ida Carmina ha firmato ieri un insolito provvedimento con il quale si requisivano delle aree di sedime e le vie di accesso al serbatoio per la distribuzione idrica chiamato “Monserrato”, che serve una porzione significativa degli utenti Voltano.
Questo perché nel febbraio scorso dei cittadini, legittimamente, hanno vinto una causa proprio contro Voltano per procedure di acquisizione per la realizzazione del serbatoi e delle opere idriche collegate, ottenendo indietro la proprietà su quei terreni. Questo ha provocato, dice il Comune, “l’inibizione all’accesso al serbatoio” provocando altresì il “fermo della distribuzione idrica nelle zone di San Calogero Napolitano, contrada Caliato, Bellavista, salita Pero, Empedocle Uno e Sant’Onofrio, oltre a notevoli disservizi nella gestione dell’intera rete”. Disservizi dovuti al fatto che non essendo prevista la fornitura costante ad ogni turno bisogna intervenire manualmente sui serbatoi per garantire acqua a circa 17mila persone.
Dopo mesi di confronti istituzionali e legali, la svolta nella vicenda è stata però una nota di inizio giugno dell’Asp, che contesta il rischio igienico-sanitario connesso alla mancata erogazione idrica. Così il sindaco, su proposta degli uffici, ha firmato un’ordinanza di requisizione a tempo: quattro mesi (con pagamento di 450 euro per il “disturbo) per consentire di rimettere in moto il sistema, con l’obiettivo, comunque, dell’acquisizione definitiva delle aree.
Nuove scoperte archeologiche a Sant’Angelo Muxaro
La ripresa della campagna di scavi archeologici – fortemente voluta dal governo Musumeci e avviata in Sicilia appena un anno fa – continua a produrre risultati sorprendenti. A Sant’Angelo Muxaro, piccolo centro dell’entroterra agrigentino, le ricerche in località “Monte M’pisu”, nelle tombe a pozzetto della necropoli eneolitica risalente al IV millennio avanti Cristo, hanno infatti portato alla luce vasi e resti scheletrici molto interessanti. I ritrovamenti saranno sottoposti, nei prossimi giorni, a esami scientifici e specifici che consentiranno di identificarne il contenuto. Le analisi isotopiche sui reperti scheletrici serviranno a identificare, invece, il tipo di dieta alimentare adottata dalla popolazione.
«La valorizzazione del nostro patrimonio archeologico – sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – è una delle priorità del mio governo. Quello di Sant’Angelo Muxaro è uno degli otto cantieri che abbiamo attivato in tutta l’Isola, dopo un’interruzione di oltre dieci anni, per aprire una nuova stagione che consentirà alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: da un lato arricchire l’offerta del nostro immenso giacimento culturale a turisti, studiosi e curiosi, dall’altro conservare la nostra memoria».
«Le attività di ricerca e di scavo archeologico negli ultimi decenni sono state condotte da Università e Istituti privati – dice l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Alberto Samonà – ed è stata precisa volontà del governo regionale, sotto impulso dell’assessore Sebastiano Tusa, quella di ricominciare a finanziare campagne in tutta la Sicilia affidandole alle professionalità che operano all’interno dell’assessorato dei Beni culturali. I risultati ci confortano e rafforzano la consapevolezza che le Soprintendenze siciliane, dotate di eccellenti archeologi e tecnici, hanno la potenzialità di continuare in quell’attività di ricerca che ci ha reso famosi nel mondo. Riprendere le campagne di scavo, inoltre è il modo per riappropriarsi di una tradizione scientifica indispensabile per lo studio e la conservazione della nostra memoria».
Di grande rilevanza anche le indagini che si stanno conducendo sul Monte Castello, alta e inaccessibile rocca sul fiume Platani identificata con Kamicos, cui è legato un patrimonio di leggende che ruotano intorno alla figura del cretese Minosse e del re sicano Kokalos. Un saggio in profondità, infatti, ha rivelato la presenza umana già cinquemila anni prima di Cristo mostrando ceramiche a decoro dipinto e inciso/impresso e, soprattutto, reperti di ossidiana di Lipari e Pantelleria che documentano già nel Neolitico rapporti commerciali ad ampio raggio. Quella di Monte Castello, infatti, si rivela una delle più importanti stratificazioni archeologiche mai documentate che, proprio in questo sito, descrive un continuum ininterrotto dal V millennio avanti Cristo fino ad età greca, romana e medievale.
La Regione Siciliana ha finanziato in totale otto cantieri nelle province di Palermo, Catania, Agrigento, Trapani, Enna, Ragusa e Messina. Le attività riguardano, soprattutto, quelle zone della Sicilia che fino a ora hanno ricevuto minori attenzioni, sia in termini di finanziamento per la ricerca, sia per l’inclusione nei grandi circuiti.
“Architetti cercansi” ad Aragona per ristrutturare le case in vendita a 1 euro
Il progetto delle Case a 1 ha preso piede nell’agrigentino, circa un anno fa. Sambuca di Sicilia, in rampa di lancio, è riuscita a conquistare le prime pagine dei principali giornali di mezzo mondo. America, Belgio e Giappone: tutti pazzi per il borgo agrigentino. Oggi, a volere rilanciare un altro centro storico, sono i giovani di Aragona. Un progetto importante, che vede la partecipazione di un aragonese all’estero, ovvero Gianni Graceffa. Sono diverse, fanno sapere gli ideatori dell’iniziativa, le richieste pervenute. Oggi, però, gli addetti ai lavori cercano delle figure per potere riuscire a migliorare l’offerta. I promotori delle Case a 1 di Aragona, sono alla ricerca di architetti. Professionisti in grado di riuscire a sposare un progetto più che mai ambizioso.
A palazzo dei Filippini di Agrigento rimossa dalla famiglia Gianbecchina la mostra di quadri del maestro
All’ex collegio dei Filippini non ci sono più i quadri di Gianbecchina: li ha portati via la famiglia. Non esiste più una “sala Gianbecchina”: già da mesi, senza che la città ne sia stata messa a conoscenza infatti la famiglia ha deciso di portare via le opere che si trovavano in esposizione da oltre 10 anni e che non sono mai entrate in possesso dell’Ente. Forse per colpa di qualcuno.
Un passo indietro: nel 2009, dopo anni di abbandono, l’Amministrazione Zambuto ha provveduto (grazie all’aiuto finanziario di privati) a riaprire il collegio trasportando all’interno di questo i quadri inizialmente conservati all’interno di Santo Spirito, provocando tra l’altro polemiche furibonde e persino un esposto da parte della Soprintendenza ai beni culturali sulle procedure di spostamento. A questi si sono aggiunti una serie di quadri di Gianbecchina. Opere, racconta l’allora vicesindaco Massimo Muglia ai media, che la famiglia era intenzionata a donare perché il Comune realizzasse (come in parte ha fatto) uno spazio dedicato al pittore. E poi? “Sollecitammo gli uffici – spiega Muglia – a provvedere al rogito delle tele, anche per una questione di responsabilità da parte dell’Ente, ma nulla fu fatto nell’immediato. Cambiò, bisogna dirlo, anche l’intenzione della famiglia, che due anni dopo portò via già una parte delle opere”.
Sull’acquisto di quelle rimaste Muglia dice: “Da quanto mi risulta no, almeno fintanto che rimasi in carica, ma nonostante non fosse la mia delega ho più volte sollecitato gli uffici”.
In manette i fratelli Sferrazza, gruppo Pelonero, sequestrati beni immobili, mobili e conti correnti
Ed eccoli i primi dettagli dell’operazione condotta in queste ore dalla Guardia di Finanza di Agrigento, coordinata dalla Procura della Repubblica della città dei Templi. L’hanno chiamata “Malebranche”, dal nome dei diavoli che nella Divina Commedia controllano i dannati della quinta bolgia. La GdF, coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dai sostituti Alessandra Russo e Paola Vetro, ha eseguito nella notte 13 misure cautelari, disposte dal Gip di Agrigento Luisa Turco. L’operazione vede 22 soggetti indagati per reati che vanno dalla associazione per delinquere, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio e all’autoriciclaggio nonche’ a varie ipotesi di reati tributari.
Le società coinvolte nelle indagini sono 12 e fanno capo al gruppo Pelonero degli Sferrazza, nota famiglia di commercianti agrigentini, esercenti negozi al minuto e all’ ingrosso per la vendita di generi casalinghi, giocattoli, calzature ed altro. Fra gli arrestati una commercialista con studio ad Agrigento ritenuta la “mente finanziaria” dell’associazione. Ai domiciliari, fra gli altri, sono finiti i fratelli Gioacchino (nella foto di copertina) e Diego Sferrazza.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni immobili, mobili registrati, conti correnti e altri rapporti finanziari attivi. Le condotte fraudolente, secondo l’accusa, si sarebbero sviluppate tra il 2013 e il 2016 e avrebbero prodotto un danno erariale di oltre 5.000.000 di euro mentre l’attivo sottratto ai creditori ammonterebbe ad oltre 4.500.000 di euro.