Il Gup del Tribunale di Agrigento Luisa Turco ha disposto il giudizio immediato per Roberto Fragapane, 27 anni e Giuseppe Casà, 24, accusati di avere rapinato con una pistola un nigeriano al quale avrebbero sottratto un cellulare e un portafogli. I difensori – gli avvocati Annalisa Russello e Davidè Casà – entro quindici giorni possono chiedere un giudizio alternativo come l’abbreviato o il patteggiamento. In caso contrario la prima udienza del dibattimento è stata fissata per il 6 ottobre davanti al giudici della seconda sezione penale. I due imputati, arrestati dalla squadra mobile tre settimane dopo la rapina, compiuta il 12 gennaio, hanno sempre negato i fatti dicendo che c’era stata una semplice colluttazione dopo aver chiesto al nigeriano se aveva dell’hashish. La vittima della rapina ha denunciato, invece, di essere stato avvicinato dai due ragazzi a bordo di un’auto, di cui ha fornito la targa, dalla quale sarebbe sceso uno dei due – secondo l’accusa Fragapane – mentre Casà lo avrebbe atteso al volante. L’aggressione sarebbe avvenuta al Quadrivio. Lo straniero sarebbe stato minacciato con una pistola, immobilizzato e rapinato.
Aggredirono nigeriano per rubargli il portafogli, giudizio immediato per 2 agrigentini
Bimba di 2 anni lanciata in aria per gioco sbatte contro il ventilatore, è grave al “Di Cristina”
Una bambina di due anni è rimasta gravemente ferita in seguito a un incidente domestico: sarebbe finita contro le pale di un ventilatore. La piccola è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Di Cristina a Palermo nel tardo pomeriggio di domenica: qui i familiari, in preda alla disperazione, hanno raccontato che aveva perso i sensi dopo un ‘gioco’ finito male. Un parente l’avrebbe presa in braccio lanciandola in alto per poi riabbracciarla. Un movimento che avrebbe provocato l’impatto con le pale collocate sul tetto e in quel momento azionate. La bambina ha riportato ferite alla testa, al punto da rendere necessario un delicato intervento neurochirurgico, che è stato eseguito ieri. E’ ricoverata in terapia intensiva e la prognosi è riservata.
Operazione antidroga in piazza Ravanusella “Piazza pulita”, Cc arrestano l’ultimo coinvolto
“Piazza pulita” per davvero. Arrestato l’ultimo coinvolto nell’omonima operazione antidroga recentemente messa a segno dai carabinieri in piazza Ravanusella. Si tratta di un nigeriano 22enne bloccato in via Empedocle. Era l’aprile del 2019 quando scattò l’operazione antidroga: sei i pusher che vennero allora arrestati. I carabinieri li avevano filmati mentre riversavano fiumi di droga – hashish e marijuana – fra i vicoli del centro storico. Di fatto, la banda di gambiani si era, all’epoca, impossessata di piazza Ravanusella e cedevano la “roba” ai giovani all’uscita della scuola o nei pressi delle location della movida. Come emerse dalle registrazioni video dei carabinieri, in più circostanze gli spacciatori non avevano esitato a prendere a bottigliate in testa i loro clienti. Quando scattò il blitz – l’inchiesta era stata avviata nell’ottobre del 2018 dai carabinieri della sezione operativa di Agrigento – vennero arrestati 4 gambiani, un senegalese e una donna, con passaporto italiano, proveniente dal Belgio. Il provvedimento di fermo di indiziato di delitto era stato siglato dal sostituto procuratore Alessandra Russo. Uno dei dati inquietanti che emerse dall’inchiesta fu il numero di 32 segnalati alla Prefettura quali assuntori abituali di stupefacenti, la maggior parte dei quali minorenni. Durante l’attività investigativa, i carabinieri arrestarono, in flagranza di reato, proprio nei pressi di piazza Ravanusella, altri 16 soggetti sorpresi a spacciare droga. Il tutto per un giro di affari complessivo che è stato stimato in totali 150 mila euro: ogni giorno, in media, avveniva 40 scambi di stupefacente per oltre 120 grammi di roba, con un guadagno medio di oltre 600 euro.
Bloccata presunta “nave madre” per migranti, fermati 23 tunisini
Per la prima volta nella storia degli sbarchi di immigrati, sono più gli scafisti che i “traghettati”. Sono infatti 23 i tunisini, tra cui due minori, sottoposti a fermo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dei membri dell’equipaggio del motopesca tunisino Hadj Mhamed di 27 metri, posto sotto sequestro dai militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Lampedusa. Sono accusati di avere trasportato illegalmente cinque cittadini tunisini, che avevano pagato 4.000 dinari a testa per essere trasportati dalle coste vicino al porto di Mahdia in Tunisia a Lampedusa, col sistema della “nave madre”: a poche miglia dall’isola i migranti sarebbero stati imbarcati su uno dei tre barchini a motore a disposizione del motopesca e indirizzati verso Lampedusa. Il motopesca è stato intercettato in acque italiane e scortato a Lampedusa dai militari operanti, dopo che due membri dell’equipaggio si erano gettati in acqua, per cause ancora da accertare.
Accertamenti sulla galleria Belvedere vicino Sciacca, chiusura notturna fino al 31 luglio
Fino al 31 luglio l’Anas chiuderà il transito veicolare di un tratto della statale 115 per accertamenti strutturali sulla galleria Belvedere. La chiusura, prevista negli orari notturni dalle 21:30 alle 6:30 del mattino, consentirà di verificare le reali condizioni della struttura viaria. Il traffico veicolare viene deviato sulla strada che conduce al monte Kronio. Per la direzione Trapani: via Ghezzi, via A. Moro, via P. Tacci, via Monte Kronio, via Ferraro, via Lioni e via Pompei. Per la direzione Agrigento: via Pompei, via Lioni, via Ferraro, via Monte Kronio, via P. Tacci, via A. Moro, via Ghezzi.
Patronaggio sul boom di sbarchi: “Tunisini non fuggono da persecuzioni, cercano solo condizioni di vita migliori”
L’osservatorio del procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio è decisamente privilegiato e attendibile, in questo caso sul tema rovente dell’immigrazione verso le coste agrigentine. “I flussi migratori provenienti in questi giorni dalla Tunisia “creano seri problemi di ordine pubblico”, aggravati dalla pandemia in atto, che mettono a dura prova le forze dell’ordine. Per arginare questo flusso servirebbero “degli accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi”. In una intervista esclusiva all’Adnkronos, Patronaggio, sottolinea come “i tunisini” a differenza di altri migranti provenienti dall’Africa subsahariana non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale,
In questi giorni la Procura di Agrigento ha effettuato ovvero convalidato un numero elevatissimo di fermi ed arresti per favoreggiamento della immigrazione clandestina e per reingresso illegale di cittadini stranieri già espulsi o dichiarati indesiderati in Italia. “In particolare, spiega il magistrato, l’attività del Roan della Guardia di Finanza ha permesso di fermare 5 cittadini tunisini che avevano tentato di fare sbarcare loro connazionali sull’isolotto di Lampione. Sono al vaglio della Procura le posizioni di altri 22 cittadini tunisini che, utilizzando il cosiddetto sistema della ‘nave madre’, hanno tentato di introdurre sul territorio altri loro connazionali, alcuni dei quali minorenni”.
La Squadra Mobile di Agrigento, inoltre, “ha proseguito in modo efficace e costante la sua attività di identificazione ed arresto di cittadini stranieri ospiti nei centri di accoglienza della provincia aventi precedenti provvedimenti di espulsione o allontanamento”, prosegue Luigi Patronaggio.
“Il fenomeno della immigrazione clandestina di queste ultime settimane ha riguardato quasi esclusivamente cittadini tunisini che con grossi barconi da pesca hanno di fatto “accompagnato”, in modo affidabile e sicuro, loro connazionali a Lampedusa o addirittura fino sulle coste agrigentine”, spiega il Procuratore parlando degli ultimi sbarchi a Lampedusa che proseguono senza sosta. “Su uno degli ultimi gommoni arrivati c’era persino un barboncino bianco tenuto al guinzaglio da una signora con il cappello a falde larghe di paglia. Talvolta sui barconi tunisini sono stati imbarcati anche subsahariani o bengalesi, ma la rotta tunisina ha delle peculiarità che la differenziano da quella libica, allo stato in frenata dalla cosiddetta Guardia costiera libica, in quanto è utilizzata da cittadini tunisini che non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale ma che cercano in Italia solamente migliori condizioni di vita e di lavoro”. Il magistrato ricorda che è “un tipo di immigrazione che probabilmente potrebbe essere arginata o regolamentata con successo da accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi”. “Si ritiene, infatti, sulla scorta delle conoscenze processuali acquisite, che non è complesso identificare gli organizzatori di questi traffici e le loro basi logistiche e predisporre conseguentemente efficaci servizi di prevenzione e controllo”.
“Purtroppo questi flussi creano seri problemi di ordine pubblico, aggravati dalla pandemia in atto, che mettono a dura prova l’instancabile, encomiabile e altamente professionale operato delle forze di polizia, creando malumore fra i cittadini e proteste dei sindaci”, dice Patronaggio. E’ di oggi la lettera inviata dal sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino alla ministra del’Interno Luciana Lamorgese in cui chiede più uomini delle forze dell’ordine ma soprattutto “più sicurezza” perché altrimenti si rischia “una deriva razzista”. “Va tuttavia positivamente registrato lo sforzo sinergico di tutti gli attori in campo, Prefettura, Questura, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardia Costiera nonché protezione civile, autorità sanitaria e mondo del volontariato, affinché le operazioni di sbarco, identificazione, controllo sanitario e distribuzione su tutto il territorio nazionale avvengano in sicurezza e nel rispetto della normativa nazionale e sovranazionale”, tiene a sottolineare ancora il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Il capo della Procura di Agrigento precisa anche che “Il numero abnorme di immigrati da gestire potrebbe tuttavia fare emergere situazioni di illegalità e atti di violenza che impongono a quest’Ufficio una vigilanza e un controllo non comuni, attività cui questa Procura non si sottrarrà operando con la consueta serena severità che la contraddistingue”.
Inaugurata ad Agrigento la prima casetta dell’acqua
Inaugurata ad Agrigento stamattina a piazzale Ugo La Malfa, la prima casa dell’acqua comunale. Si tratta di una eco fontana di ultima generazione in grado di erogare acqua naturale e frizzante al costo di cinque centesimi per litro. Quella della zona “Esseneto” è il primo distributore di acqua potabile in città, la prossima casetta, dovrebbe essere collocata nel quartiere del Villaggio Mosè. Secondo la società che gestisce il servizio, la casetta dell’acqua ha un duplice obbiettivo, ovvero quello di contribuire a ridurre il consumo di plastica e fornire ai cittadini acqua potabile ad un costo inferiore di quella in bottiglia. “Abbiamo la voglia di realizzare una rete in tutte le aree periferiche per fare in modo che la nostra città possa essere plastic free”. Queste sono state le parole del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto a margine dell’inaugurazione della casetta dell’acqua.
“Niente demolizione a San Leone”, il Cga da torto alla Sovrintendenza
Non dovranno essere demoliti gli ultimi due piani di una palazzina di un fabbricato a San Leone, il Cga da torto alla Sovrintendenza. L’immobile realizzato nel 1983 in assenza della concessione edilizia e ricadente in area sottoposta a vincolo, inoltrarono al Comune di Agrigento istanze di sanatoria, corredate dalla prova dell’avvenuto pagamento dell’intera oblazione nella misura prevista dalla legge. Dopo 18 anni, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento rilasciò il Nulla Osta, subordinando però lo stesso alla condizione che venissero demoliti gli ultimi due livelli del fabbricato in questione ritenuti un “ostacolo alla visuale prospettica” ed elementi di “disturbo con l’ambiente tutelato”. I proprietari, assistiti dall’avvocato Girolamo Rubino si sono rivolti al Consiglio di giustizia amministrativa che ha accolto la tesi . Per effetto della sentenza i proprietari potranno finalmente conseguire la concessione in sanatoria e non saranno tenuti a demolire gli ultimi due piani dell’immobile.
Si è dimesso il commissario cittadino della Lega di Realmonte Rosario Borsellino
Dopo quelle dei mesi scorsi del commissario cittadino di Agrigento Francesco Di Mare, nella Lega in provincia si registrano le dimissioni di un altro commissario, quello di Realmonte, l’avvocato Rosario Borsellino. “Mi sono avvicinato alla Lega Salvini Premier condividendo vari punti del programma di Matteo Salvini, ho fondato e presieduto nel mio Comune (Realmonte) il Circolo della Lega, successivamente divenuto Sezione, della quale fino ad oggi ho rivestito la carica di Commissario Cittadino”, dice Rosario Borsellino, ex commissario cittadino della Lega. “All’interno del Direttivo provinciale, presieduto da Massimiliano Rosselli, per il quale nutro grande stima, ho avuto modo di stringere belle amicizie che spero vadano oltre la politica. Ho seguito con entusiasmo le direttive del partito ed ho partecipato attivamente alla campagna elettorale delle Europee 2019 conclusasi, con grande soddisfazione, con l’elezione di Annalisa Tardino”. “Da qualche tempo, però, non condivido le linee del Partito non solo a livello locale ma anche a livello provinciale e regionale. Si manifesta poco interessate per le problematiche territoriali e le attenzioni sono rivolte più che altro ad eventi di grande impatto mediatico. Per questi motivi, rassegno le mie dimissioni da Commissario Cittadino di Realmonte uscendo dal Partito”.
Il deputato Sodano interroga la ministro Lamorgese sull’emergenza immigrazione
Il deputato nazionale del Movimento 5 Stelle Michele Sodano ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Lamorgese sull’emergenza immigrazione, chiedendo: “Quali provvedimenti, con carattere di urgenza, intende adottare per risolvere la situazione di sovraffollamento dei centri di prima accoglienza e per scongiurare il rischio epidemiologico; – se, in ragione delle perdite economiche sul fronte turistico e del disagio prodotto ai Comuni interessati dall’emergenza migratoria, ritiene doveroso destinare delle somme a titolo di risarcimento danni.
E ancora “se e quali provvedimenti adotterà, anche in futuro, per contenere e mitigare il fenomeno degli sbarchi di extracomunitari sulle coste del Sud-Italia, al fine di salvaguardare non solo le condizioni umane di chi cerca asilo, ma soprattutto per preservare l’incolumità delle comunità ospitanti; – in che modo intende sensibilizzare gli Stati Europei sulla comune responsabilità dell’accoglienza e stimolare una maggiore cooperazione e solidarietà”.