A Gela, in provincia di Caltanissetta, un ragazzino di 13 anni, Angelo Giovane, è morto perché ha battuto la testa contro l’asfalto dopo avere perso il controllo della sua bici elettrica, in via Recanati. E’ stato soccorso da alcuni passanti, e le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Giovane è deceduto durante il tragitto verso l’ospedale. Inutili si sono rivelati i tentativi dei medici del pronto soccorso di rianimarlo. Indagano polizia municipale e forze dell’ordine. Si intende accertare se davvero sia stato un incidente autonomo o causato dalla collisione con qualche altro veicolo.
Cade da bici elettrica, morto 13enne nel nisseno
Maltrattamenti in famiglia, arrestato licatese
La Polizia ha arrestato A S, sono le iniziali del nome, 47 anni, di Licata, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per maltrattamenti in famiglia. Il licatese è indagato di avere maltrattato la moglie e i figli, ed ha violato gli obblighi connessi alla misura della Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza, che gli è stata imposta dall’Autorità giudiziaria già nel 2017.
Dopo Raffadali, altro contagio covid a Canicattì
Agrigento, la vigilia del mercato
Domani, venerdì 12 giugno, ad Agrigento sarà il primo giorno del mercato settimanale in piazzale Ugo La Malfa dopo il lockdown, nel rispetto delle misure previste con le linee guida emanate dal Governo nazionale, dalla Regione Siciliana e dall’Amministrazione comunale. Gli ingressi saranno contingentati, con misurazione della temperatura, utilizzo delle mascherine, e senso unico di marcia in entrata e in uscita. Gli ingressi saranno possibili da via Esseneto, da via Manzoni e da via Ugo la Malfa. Dalle ore 7 alle 14 sarà istituito il divieto di transito in via Manzoni in prossimità dell’incrocio con via Toniolo, il divieto di transito in via Scavo nei pressi del Palasport, e poi in via Esseneto ed in via Ugo La Malfa ad eccezione dei residenti.
Un terzo di donne nella giunta regionale (video)
L’Assemblea Regionale Siciliana approva all’unanimità la norma che prevede almeno un terzo di donne nella giunta di governo. Dettagli e interventi.
Il disegno di legge ha avuto il via libera dell’Aula. Sì all’unanimità alla norma che prevede che in Giunta regionale ogni genere deve essere rappresentato almeno da un terzo dei componenti. Per l’approvazione erano necessari 36 voti, ne sono arrivati 52, ovvero il sì di tutti i deputati presenti. L’unanimità del voto è “una dimostrazione di quanto la Commissione Statuto possa e debba essere uno strumento istituzionale super partes nel quale tutti, indistintamente, ci riconosciamo” – commenta Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars. La norma votata introduce tra l’altro le quote di genere all’interno del governo regionale, che quindi dovrà avere almeno un terzo degli assessori di uno dei due generi. Più donne in giunta quindi. Chiaramente non si potrebbe avere neanche una giunta tutta al femminile, perché dovranno esserci almeno un terzo degli uomini. La leghista Marianna Caronia ricorda “La ridotta partecipazione delle donne alla vita politica e amministrativa siciliana ha radici culturali, storiche e politiche che affondano nel tempo e che vanno recise in modo drastico. Il voto unanime è stato un bel segnale da parte dell’Assemblea Regionale”. “Questo risultato mi inorgoglisce – dichiara il presidente di Palazzo dei Normanni, Gianfranco Micciché – “Un segno di modernità che fa della Sicilia una delle regioni più avanti d’Italia”. Di fatto altrove una legge che imponga la rappresentanza di genere nelle giunte regionali non esiste ancora.
Approvata norma su donne nel governo regionale, apprezzamento di Testone
“Traffico di migranti”, chieste 27 condanne
La Procura di Palermo, competente per materia, ha chiesto 27 condanne, tra i 6 e i 12 anni di reclusione, a carico di un presunto gruppo criminale, compresi degli italiani, che avrebbe gestito il flusso, tra Egitto e Italia, di immigrati egiziani, iracheni e palestinesi, approdati anche nell’Agrigentino, a Palma di Montechiaro e a Ribera. Le indagini si sono avvalse del contributo investigativo dei Carabinieri del reparto operativo di Agrigento
Casteltermini, “padre violento”, chiesto il rinvio a giudizio
La Procura di Agrigento ha chiesto il rinvio a giudizio a carico di un uomo di 38 anni, imputato di avere, nell’estate del 2018, maltrattato e picchiato il figlioletto di 5 anni. In occasione dell’incidente probatorio, il piccolo ha confermato di avere subito i maltrattamenti. E’ stata la madre, separata dal marito, ad accorgersi di lividi e tracce di percosse sul bimbo. Il padre è stato già sottoposto alla misura preventiva del divieto di avvicinarsi al figlio.
Inchiesta Proelio, chiesta in Appello la parziale conferma della sentenza di primo grado
Il 7 giugno del 2017 è stato il giorno dell’operazione anticrimine cosiddetta “Proelio”. Siciliani, compresi agrigentini, e calabresi, sarebbero stati impegnati nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, e nei furti di bestiame tra la Calabria e la Sicilia. L’inchiesta, in particolare, ha ricostruito i legami tra gli esponenti della Cosa Nostra vittoriese e il clan agrigentino dei Fragapane. Ebbene, dopo la sentenza di primo grado, adesso in Corte d’Appello la Procura Generale ha chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado, a conclusione del giudizio abbreviato, dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catania. A Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta, sono stati inflitti 20 anni di carcere. Poi, 5 anni e 4 mesi a Giuseppe Quaranta, 51 anni, di Favara, collaboratore della giustizia. E poi, 5 anni di reclusione a Salvatore Montalbano, 25 anni, di Favara. E poi 6 anni a Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio. Tre sono stati gli assolti, e l’assoluzione non è stata appellata. Si tratta di Roberto Lampasona, 41 anni, di Santa Elisabetta, Antonino Mangione, 38 anni, di Raffadali, e Antonino Manzullo, 52 anni, di Burgio. Una riduzione della pena è stata proposta per il collaboratore della giustizia Giuseppe Quaranta, 51 anni, di Favara: da 5 anni e 4 mesi, a 4 anni e 2 mesi.