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Arnone a giudizio per diffamazione e calunnia contro Birritteri, Miceli e Alfano

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Gli avvocati Annalisa Russello e Angelo Farruggia

Gli avvocati Annalisa Russello e Angelo Farruggia
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione dell’udienza preliminare, la giudice per le udienze preliminari, Claudia Infantino, accogliendo quanto richiesto dalla pubblico ministero, Cecilia Baravelli, ha rinviato a giudizio l’avvocato Giuseppe Arnone, imputato di diffamazione aggravata e calunnia contro l’attuale Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, Luigi Birritteri, l’avvocato Tiziana Miceli, e il marito di lei, l’ex ministro Angelino Alfano. Le ipotesi di reato contestate traggono origine da una denuncia, presentata dall’avvocato Giuseppe Arnone, che poi, all’esito delle indagini, si è rivelata infondata. Ecco perché adesso si procede per il delitto di diffamazione e calunnia a carico di Arnone. Luigi Birritteri e Tiziana Miceli si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello. Prima udienza il 17 dicembre prossimo innanzi alla sezione del Tribunale di Agrigento presieduta da Antonio Genna.

Le pensioni per i Regionali in Sicilia costano 468 milioni di euro all’anno

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Le pensioni per i Regionali in Sicilia sono a carico della finanza regionale e quindi gravano sulle tasche dei siciliani contribuenti. Quanto costano ogni anno le pensioni per i Regionali in Sicilia? La risposta è 468 milioni di euro all’anno. Ed è una cifra divisa tra quasi 440 milioni di euro in trattamenti di pensione diretta, indiretta e di reversibilità del personale regionale, quasi 7 milioni di euro per le altre categorie che percepiscono un assegno mensile, e poi altri 21 milioni di euro spesi per i pensionati inquadrati con il cosiddetto “contratto due”.

Confisca a carico di figlia e moglie di Gaetano Riina

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Gaetano Riina

Gaetano Riina
La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, presieduta da Raffaele Malizia, ha ordinato la confisca di alcuni beni intestati alla moglie e alla figlia di Gaetano Riina, fratello del defunto Totò Riina. Si tratta di una casa, due polizze pensionistiche e due conti correnti. La casa è a Mazara del Vallo, ed è intestata alla figlia di Gaetano Riina, Maria Concetta, dal 2005. Il valore dell’acquisto è di 97mila euro, ed è stata ristrutturata. Secondo i giudici, Maria Concetta Riina nel 2005, essendo senza reddito, avrebbe comprato e ristrutturato la casa con i soldi del padre, condannato per mafia. Lei, tramite il suo avvocato, si è difesa sostenendo di avere contratto un mutuo. Oltre alla casa sono confiscate anche le polizze e i conti intestati alla moglie del fratello del capo dei capi, Vita Cardinetto.

Di Rosa: “120 lavoratori nei cantieri di servizio ad Agrigento non sono pagati”

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Giuseppe Di Rosa

Giuseppe Di Rosa
Ad Agrigento il coordinatore del movimento “Mani Libere”, Giuseppe Di Rosa, sostiene che ai 120 lavoratori impiegati nei cantieri di servizio comunali non sono state pagate le spettanze. Di Rosa aggiunge: “Perché non sono pagate le spettanze se i cantieri sono regolarmente finanziati? Questa mattina i lavoratori hanno manifestato innanzi al Comune di Agrigento ed è intervenuta pure la Digos. 120 lavoratori dei cantieri di servizio pubblicizzati dal Comune come un evento storico sono ancora una volta senza le loro spettanze. Si rispetti la gente che, pur di sbarcare il lunario, rende un servizio alla città in cambio di un contributo per la sopravvivenza”.

Estorsione a due anziane, chieste severe condanne ad Agrigento

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Il palazzo di Giustizia di Agrigento
Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, la pubblico ministero, Sara Varazi, ha chiesto la condanna a 8 anni di carcere ciascuno a carico di Francesco Nocera, 51 anni, e della sua compagna, Irene Infuso, 38 anni. I due, spacciandosi come badanti e sbriga -faccende, avrebbero costretto, con violenza e minacce, un’anziana ottantenne di Campobello di Licata, e la sorella di lei (poi deceduta), a consegnare loro i risparmi di una vita, circa 148mila euro, tra conti correnti, buoni fruttiferi e immobili. La presunta estorsione risale, in più episodi, al 2007. L’anziana donna è stata poi ospite di una casa di riposo al Villaggio Mosè ad Agrigento.

“Tieni a mente il tuo cuore” trasferito a Villa Bonfiglio

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Ad Agrigento da venerdì 27 settembre a domenica 29 si svolgerà, con il patrocinio del Comune e dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, l’iniziativa “Tieni a mente il tuo cuore e tieni a cuore il tuo cervello”. Al Viale della Vittoria, non più in piazza Cavour a causa del recente crollo ma nella villa Bonfiglio, dalle ore 9 alle 19 venerdì e sabato, e fino alle 13 domenica, saranno effettuati degli screening cardiovascolari alla cittadinanza. La manifestazione è organizzata dall’unità operativa di Cardiologia dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento diretta da Giuseppe Caramanno, avvalendosi del supporto logistico della Omnia Congress e della Bayer.

Scontro tra due famiglie tra spari e bastonate, 10 arresti

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I Carabinieri hanno eseguito 10 misure cautelari, quattro delle quali in carcere, e sei ai domiciliari, tra Enna e Busto Arsizio, in provincia di Varese, a carico dei presunti responsabili di una maxi rissa a Barrafranca, in provincia di Enna, il 12 settembre scorso. Due famiglie, al culmine di dissidi, si sono affrontate in un scontro “rusticano” ma con spranghe di ferro, mazze da baseball, bastoni e coltelli, oltre a una pistola. Sarebbe infatti stato sparato anche un colpo di arma da fuoco, ma fortunatamente la pistola si sarebbe inceppata. Almeno cinque delle persone coinvolte nella lite hanno subito fratture, lesioni da taglio e contusioni. Durante la rissa sono state danneggiate numerose vetture posteggiate nei pressi del luogo dello scontro. I quattro ristretti in carcere sono Salvatore Strazzanti, 41 anni, Andrea Ferreri, 49 anni, Giuseppe Bellomo, 56 anni, e Giovanni Bellomo, 54 anni.

Sgomento dopo quanto accaduto a Catania

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Ha sollevato sgomento in tutta Italia quanto accaduto a Catania dove un uomo di 43 anni, ingegnere e ricercatore universitario, anziché accompagnarlo all’asilo, ha dimenticato il figlio di 2 anni in automobile, sul seggiolino nel sedile posteriore dell’auto, nel parcheggio della cittadella universitaria, e poi, alle ore 14, allarmato dalla telefonata della moglie che all’asilo non ha trovato il figlio, ha colto il bimbo privo di sensi in auto, tra i 34-35 gradi registrati ieri a Catania. Inutile è stata la corsa in Ospedale, al Policlinico, dove la moglie lavora come cardiologo. Adesso l’uomo è indagato per omicidio colposo. Più nel dettaglio è stata la nonna materna a recarsi all’asilo e a non trovare il nipote. Poi ha telefonato subito alla figlia. E la figlia ha telefonato al marito.

Orlando: “I rifiuti in Sicilia sono un sistema di interessi criminali e mafiosi”

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Leoluca Orlando

Leoluca Orlando
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, anche nel ruolo di presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni in Sicilia, è stato ascoltato dalla Commissione regionale antimafia che indaga sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. Lo stesso Orlando riferisce: “Ho presentato ai commissari e al presidente Fava le denunce presentate da Anci, dalla Rap e dal Comune di Palermo negli anni e fino a questi ultimi giorni perché sia fatta luce sulle responsabilità di un sistema regionale che si è costruito attorno al ruolo dei privati. E’ un sistema intriso di interessi criminali e mafiosi, che muove cifre da capogiro. Ho segnalato alcune delle tante anomalie che hanno contraddistinto e continuano a contraddistinguere l’operato di uffici e agenzie della Regione che sembrano operare non solo in disaccordo ma addirittura in contrapposizione all’indirizzo politico, proseguendo con comportamenti che danneggiano i Comuni e le aziende pubbliche del settore, da ultimo rallentando fino ad ostacolare la piena operatività di Rap e dell’impianto di Bellolampo”.

La commissione regionale antimafia indaga sulla gestione dei rifiuti

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La Commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, ha iniziato un ciclo di lavoro finalizzato ad indagare sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. E’ stato già ascoltato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. E Claudio Fava, a termine dell’audizione, ha commentato: “Dall’audizione di Orlando si conferma il danno procurato alla Sicilia da un sistema di monopolio privato sul ciclo dei rifiuti e dai ritardi nella realizzazione degli impianti pubblici. La sensazione è che l’impianto palermitano di Bellolampo, principale struttura pubblica esistente in Sicilia, dia fastidio. Ne sono conseguenza atti amministrativi e fatti criminali destinati a creare un clima di precarietà a vantaggio dei privati. Se registriamo positivamente, su questo tema, le intenzioni dell’assessore Pierobon, ci appaiono da approfondire alcune scelte delle agenzie regionali preposte ai controlli: non vorremmo trovarci davanti ad una doppia governance in cui gli sforzi per superare situazioni di crisi, derivanti da anni di gestione monopolista, siano ostacolati da altri settori della stessa amministrazione regionale, a danno della collettività. Sarà uno dei temi di indagine su cui si impegnerà la Commissione antimafia a partire dalla prossima settimana”.