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L’avvocato Alfano riaccolto nel Foro di Agrigento

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Gaziano, Alfano e Avanzato

L’ex ministro della Repubblica, Angelino Alfano, ritiratosi dalla carriera politica intrapresa nel 1994 dal consiglio provinciale di Agrigento fino a scalare le massime vette delle Istituzioni nazionali, ha recuperato l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati di Agrigento che, come prassi impone, lo ha sospeso nelle more della vigenza degli incarichi ministeriali. Angelino Alfano ha incontrato al palazzo di giustizia di Agrigento il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Vincenzo Avanzato, e il consigliere nazionale forense Antonio Gaziano, che lo hanno così, sia formalmente che sostanzialmente, riaccolto nel Foro di Agrigento.

Gaziano, Alfano e Avanzato
L’avvocato Alfano ha commentato con poche parole: “Torno a fare l’avvocato. Riparto da dove ho iniziato e da come ho iniziato”. Probabilmente Alfano sarà impegnato nell’attività forense con la moglie nello studio a Palermo oppure a Milano.

Incendiano una villetta, muoiono ustionati

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L'esplosione a Niscemi

E’ morto, nel reparto Gravi ustioni dell’ospedale Civico di Palermo, Alfonso Massimiliano Schembri, 42 anni, il secondo dei due fratelli di Niscemi che la sera del 18 febbraio scorso sono stati investiti dall’esplosione, da loro stessi provocata a scopo di estorsione, nella villetta di un impresario di pompe funebri, in contrada Vituso, a Niscemi. L’altro fratello, Roberto, 52 anni, è morto il 2 marzo scorso, nel Centro ustioni di Bari, dove è stato trasferito in elicottero subito dopo la deflagrazione. Da una ricostruzione effettuata da carabinieri e vigili del fuoco, lo scoppio sarebbe stato causato dai vapori della benzina versata dagli Schembri e dal gas di due bombole rinvenute in cucina e in un carro funebre custodito nel garage della villetta.

Tentò di uccidere l’ex, chiesti 13 anni per un nisseno

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A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, a conclusione della requisitoria, il pubblico ministero, Matteo Campagnaro, ha chiesto al Tribunale di Caltanissetta la condanna a 13 anni di carcere a carico di Gianluca Di Giugno, 40 anni, di Caltanissetta, imputato del tentato omicidio dell’ex convivente, oltre che di lesioni gravissime e maltrattamenti. Di Giugno avrebbe aggredito la donna con un taglierino, cercò di strangolarla, picchiandola anche con schiaffi e pugni al viso. Lei, sfuggendo alla furia di lui, è riuscita a comporre il numero 113 sul telefonino ma non a parlare. Il poliziotto dall’altra parte del telefono ha udito i rumori della colluttazione, ha capito subito, e tramite la traccia del numero di telefono dirottò sul posto una pattuglia. Gianluca Di Giugno è attualmente recluso nel carcere di Enna.

Bianco tentò di bloccare Bolzoni su Montante, la replica dell’ex sindaco

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Attilio Bolzoni

Nell’ambito del caso “Montante”, la commissione regionale antimafia, impegnata in diverse audizioni, ha ascoltato il giornalista di Repubblica, Attilio Bolzoni. E a conclusione della seduta, il presidente della commissione, Claudio Fava, ha affermato: “Dall’audizione è venuto fuori un forte pressing fatto dall’ex sindaco di Catania Enzo Bianco sull’editore di Repubblica per evitare che Bolzoni seguisse il caso Montante”. Bolzoni, con Francesco Viviano, è stato l’autore dell’articolo che il 9 febbraio del 2015 ha rivelato l’esistenza di un’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Montante. Secondo quanto emerge dall’inchiesta “Montante”, il giornalista Bolzoni sarebbe stato oggetto di dossieraggio da parte dello stesso Montante. Attilio Bolzoni, in commissione, tra l’altro ha precisato: “Il comportamento dell’editore e del direttore, in presenza delle sollecitazioni di Bianco, è stato impeccabile: entrambi mi hanno invitato ad andare avanti con serenità e con la massima libertà”. Immediata è la replica di Enzo Bianco, che afferma: “Leggo con profondo disappunto una incredibile dichiarazione attribuita al giornalista Bolzoni. Non ho mai esercitato alcun pressing, né forte né debole, sull’Editore di Repubblica per evitare che seguisse le vicende di Montante. Solo uno che non conosce la cultura e le regole di Repubblica potrebbe commettere un clamoroso errore di questo tipo. Manifestai invece la sorpresa e l’apprezzamento per Montante, allora condiviso da tanti per il suo operato come Presidente di Sicindustria. Ovviamente tutelerò la verità nelle sedi giudiziarie”.

Cinque sottosegretari tra i 45 scelti sono siciliani

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Sono stati scelti i sottosegretari del governo Lega – Cinque Stelle. Sono 45. E i siciliani sono 5 anche se due di loro sono da anni al nord. Si tratta di Vito Crimi, Vincenzo Maurizio Santangelo, Alessio Villarosa, Michele Geraci e Manlio Di Stefano, tutti del Movimento 5 Stelle, ai quali si può aggiungere il siciliano d’adozione – di matrice leghista – Stefano Candiani. Crimi e Santangelo sono entrambi sottosegretari alla presidenza del Consiglio. Crimi con delega all’Editoria. E Santangelo con delega ai Rapporti col Parlamento. Sottosegretario agli Esteri è Manlio Di Stefano. Sottosegretario agli Interni è Candiani, che, peraltro, attualmente è il commissario della Lega in Sicilia. Poi Geraci è sottosegretario allo Sviluppo Economico. E Villarosa è alla Difesa.

Parla la presidente di Malta all’Ars, M5S fuori dall’aula

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All’Assemblea Regionale i deputati del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato l’aula quando la presidente della Repubblica di Malta, Marie Louise Coleiro Preca, in visita a Palermo, ha iniziato il proprio intervento. Gli stessi parlamentari 5 Stelle hanno spiegato: “La decisione è stata presa per protestare contro l’atteggiamento di Malta sui migranti. Il gesto di Malta nei confronti della nave Aquarius è inaccettabile e il Movimento 5 Stelle non può non rimarcarlo davanti al presidente di Malta e al cospetto del parlamento siciliano. Malta e l’Europa tutta prendano atto che non siamo disposti a tollerare la loro indifferenza su un tema delicato che riguarda vite umane e che ricade spesso sulla Sicilia, la quale non rinnega la sua vocazione all’assistenza, ma pretende la massima collaborazione”.

Nave Diciotti con 932 migranti a bordo approda a Catania

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E’ approdata nel porto di Catania la nave Diciotti della Guardia Costiera italiana con a bordo 932 migranti salvati durante 7 operazioni di soccorso al largo della Libia. Nell’imbarcazione vi sono anche due cadaveri recuperati duranti gli interventi di salvataggio. Cinque dei migranti, tra quattro donne incinte e un minorenne, sono stati già trasferiti in ospedali siciliani di Agrigento e Palermo con elicotteri del 118, dopo un primo trasbordo a Lampedusa.

Agrigento e degrado, cartoline da via Venezia

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Agrigento e mancata raccolta dei rifiuti oltre che mancato scerbamento e spazzamento: utenti della via Venezia segnalano, e allegano delle fotografie testimonianza, che da una settimana la spazzatura non è raccolta.

Agrigento, il secco non riciclabile a venerdì, e la plastica domani

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L’assessore comunale all’Ecologia e all’Ambiente di Agrigento, Nello Hamel, comunica che il turno di raccolta del secco non riciclabile non si svolgerà domani giovedì ma venerdì. E che plastica e metalli saranno invece raccolti domani giovedì. Hamel afferma: “Lo spostamento del turno si è reso necessario per una migliore organizzazione del servizio con la possibilità di avviare contemporaneamente la raccolta dei rifiuti indifferenziati abbandonati nelle periferie”.

A Casa Sanfilippo i 10 anni della Società Agrigentina di Storia Patria

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Agrigento, Casa Sanfilippo

Ad Agrigento venerdì prossimo, 15 giugno, a Casa Sanfilippo, nella Valle dei Templi, alle ore 17:30, si svolgerà un incontro-dibattito in occasione del decimo anniversario della costituzione della Società agrigentina di Storia Patria. Interverranno Franco Zanini, responsabile operativo della Società Agrigentina di Storia Patria, Attilio Dalli Cardillo, presidente della Società Agrigentina di Storia Patria, e Calogero Brunetto.