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Il morbillo e il “caso Sicilia”

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La morte per morbillo del bimbo di 10 mesi a Catania ha scatenato un “caso Sicilia”, tanto da mobilitare il Ministero della Salute ad adottare misure speciali per monitorare il territorio su quanto accade. La morte del bimbo, che non era vaccinato ma non avrebbe comunque potuto esserlo in considerazione dell’età, pone degli interrogativi anche perchè è il quarto caso mortale a Catania dal dicembre dello scorso anno. E dall’inizio del 2018, oltre la metà delle infezioni in tutta Italia, ovvero 218 su 411, si sono verificate in Sicilia e in particolare all’ospedale Garibaldi di Catania. L’Istituto superiore di sanità avverte: “Non solo la Sicilia, ma tutta l’Italia è a rischio per il morbillo. E’ importante vaccinare i bambini ma è importante che anche gli adulti non ancora vaccinati si immunizzino. La vaccinazione può infatti essere fatta a qualunque età”.

Asp Agrigento, 83 dipendenti da 24 a 36 ore settimanali

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Ancora provvedimenti in ambito lavorativo da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Per 83 dipendenti si è proceduto alla trasformazione del contratto di lavoro da 24 a 36 ore settimanali, quindi da part time a tempo pieno, con conseguente adeguamento della retribuzione mensile. Si tratta di personale sanitario di categoria A e B, tra 47 coadiutori amministrativi, 14 commessi, 9 operatori tecnici addetti al call center, 8 autisti e 5 operatori tecnici informatici.

Agrigento, consiglieri Ap contro degrado San Leone

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I consiglieri comunali di Agrigento, Teresa Nobile, Alfonso Mirotta e Alessandro Sollano, di Alternativa Popolare, denunciano casi di grave degrado urbano in città. Nobile, Mirotta e Sollano, che allegano una fotografia scattata al lungomare di San Leone, affermano: “A seguito di numerose segnalazioni dai nostri concittadini, abbiamo constatato in quali condizioni versi il lungomare di San Leone. Erbacce e sterpaglie sono ovunque, e poi, a ciò, si aggiungono anche odori nauseabondi perché i mastelli dell’umido della differenziata, soprattutto nei pressi dei ristoranti, non sono svuotati regolarmente. Il sindaco Firetto in campagna elettorale proiettò un video avveniristico del lungomare di San Leone. Tutto il contrario, e di molto, rispetto all’attuale vergognosa situazione”.

Agrigento, processo “frana Viale Vittoria”, ha deposto Antonica

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L’ex comandante della Polizia Municipale di Agrigento, Cosimo Antonica, ha deposto al processo in corso al Tribunale di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta sulla disastrosa frana del costone al Viale della Vittoria il 5 marzo del 2014. Antonica, tra l’altro, ha dichiarato: “Il Comune sapeva dei rischi. Infatti, sollecitato dal Genio Civile e dall’Arpa, il 5 marzo del 2011 notificò un’ordinanza ai proprietari dei terreni adiacenti al costone di palazzo Crea diffidandoli a metterli in sicurezza visto che erano state segnalate delle infiltrazioni di acqua. Tale ordinanza, firmata dal sindaco Zambuto, imponeva ai proprietari privati di eseguire delle opere di manutenzione consistenti nella regimazione delle acque, che doveva servire a eliminare il pericolo”. Prossima udienza il 4 giugno.

“Diffamazione”, assolto l’ex sindaco di Racalmuto, Petrotto

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Salvatore Petrotto

In primo grado, il 20 marzo 2017, il Tribunale di Agrigento lo ha condannato a 2mila euro di multa. Adesso invece la Corte d’Appello di Palermo ha assolto l’ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, imputato di diffamazione a danno di un ingegnere di Racalmuto, A.C sono le iniziali del nome. Petrotto, difeso dall’avvocato Stefano Catuara, nel giugno del 2009, da sindaco, in occasione della relazione semestrale pubblicata sul sito del Comune, puntò il dito contro l’ingegnere addebitandogli ritardi, omissioni e illeciti in ambito urbanistico.

Arrestati due tunisini sbarcati a Lampedusa

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I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, capitanati da Giovanni Minardi, hanno arrestato due tunisini sbarcati a Lampedusa. Uno, B.Y, sono le iniziali del nome, perché, già espulso con decreto del Prefetto di Milano e rimpatriato in Tunisia, è rientrato nel territorio nazionale italiano prima della scadenza del termine del divieto di reingresso. L’altro, A.A.E, in esecuzione di un provvedimento della Procura di Genova per scontare una condanna a 6 mesi di reclusione per il reato di resa di false generalità.

Violento pestaggio a fine punitivo, condannati quattro romeni nell’Agrigentino

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Il palazzo di Giustizia di Agrigento

Ad Agrigento, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Stefano Zammuto, ha condannato quattro romeni residenti nell’agrigentino, imputati di un violento pestaggio, a fine punitivo, di un loro connazionale. Sono stati inflitti 6 anni e 6 mesi di carcere ciascuno a Joan Mindirigiu, 38 anni, residente a Ravanusa, e a Iosif Dobrea, 37 anni, residente a Grotte. E poi 3 anni e 6 mesi di carcere ciascuno a Gheorghe Bodgan Tanase, 20 anni, residente a Licata, e ad Alin Dragos Rauta, 30 anni, residente a Grotte.

Furto energia elettrica, arresti a Canicattì e a Grotte

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A Canicattì in via Carlo Alberto i Carabinieri hanno accertato che un uomo di 65 anni, tramite un magnete sul contatore, ha manipolato e alterato la misura del consumo di energia elettrica riducendolo fino al 98%. E’ stato arrestato ai domiciliari e risponderà di furto aggravato. E a Grotte, per lo stesso reato, è stato arrestato un romeno di 30 anni, che ha allacciato abusivamente il proprio domicilio alla rete elettrica.

Condannato un menfitano per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

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A Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale, Annalisa Tesoriere, ha inflitto 3 anni e 6 mesi di reclusione a carico di Felice Montalbano, 59 anni, di Menfi, arrestato e imputato di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Scommesse illegali”, dissequestro a favore di un imprenditore agrigentino

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Il Tribunale del Riesame, accogliendo le istanze del difensore, l’avvocato Diego Giarratana, ha disposto la restituzione di 25mila euro in contanti che la Guardia di Finanza ha sequestrato all’imprenditore Salvatore Iacolino, 39 anni, di Naro, indagato di esercizio abusivo di scommesse. L’apposito collegio di giudici, presieduto da Luisa Turco, ha accolto il ricorso e, oltre la restituzione della somma di denaro, ha dissequestrato anche altri oggetti, tra documenti, telefoni, computer e supporti informatici vari. Il provvedimento di sequestro, ad opera delle Fiamme Gialle di Ragusa, risale allo scorso 23 gennaio nell’ambito di un’inchiesta della Procura su un business di scommesse illegali sull’asse Sicilia-Malta.