HomeFlashRiforma legge elettorale in Sicilia, scontro tra sindaci e consiglieri comunali

Riforma legge elettorale in Sicilia, scontro tra sindaci e consiglieri comunali

Nell’ambito della questione ricorrente in Sicilia della decadenza dei sindaci, insieme ai consigli comunali, a seguito della mancata approvazione del bilancio entro i termini di legge, è stato costituito il Coordinamento regionale dei Consiglieri comunali siciliani, intitolato “Vera Democrazia”. Massiccia è stata già l’adesione dei consiglieri comunali ovunque in Sicilia, anche nella provincia agrigentina e nel capoluogo. Il coordinamento “Vera Democrazia” mercoledì prossimo sarà ricevuto e ascoltato alla Regione, nelle sedi competenti ad affrontare la controversia. Nel frattempo, ai vertici del Governo regionale, al presidente e ai capigruppo all’Assemblea regionale, e all’Anci e al suo presidente, Leoluca Orlando, è stata inviata una lettera. Ecco il testo integrale:

La pubblicazione della legge regionale (riforma elettorale) numero 6 del 2017 ha suscitato veementi reazioni da parte di molti sindaci siciliani.
Noi non vogliamo entrare nel merito della decadenza dei sette sindaci già disposta con D.P.R.S. (che potrebbe essere oggetto di eventuali ricorsi alle autorità competenti), pur tuttavia, riteniamo abnorme e non giustificata la levata di scudi di molti sindaci che, sostenuti dall’ANCI, chiedono con una campagna mediatica serrata, la modifica delle LL.RR. n. 17/2016 e n. 6/2017, annunciando pubbliche manifestazioni.
I sindaci chiedono che in caso di mancata approvazione dei documenti contabili dei comuni, i consigli comunali vengano sciolti, mentre le amministrazioni debbano rimanere in carica.
Tale presa di posizione, in molti casi, è strumentale alla conservazione del potere assoluto dei sindaci che, in alcuni casi, è “padronale”, con ampia facoltà di revocare e nominare assessori (a volte in numero elevatissimo), di cambiare maggioranze rispetto a quelle che li hanno eletti, di ordire inciuci di ogni genere, di non rendere conto al consiglio comunale di scelte amministrative importanti per la collettività, di sbeffeggiare ( in alcuni casi) i consiglieri comunali “costringendoli” all’approvazione di raffazzonati documenti contabili, quasi mai concordati, sotto la “minaccia” dello scioglimento del consiglio comunale e della loro permanenza in carica, conservando un potere assoluto, senza alcun controllo da parte dell’organo consiliare democraticamente eletto e deputato a tale funzione.
Al fine di ovviare a tali inique situazioni, il legislatore nazionale, da tempo, con il combinato disposto degli artt. 53, comma 4, e 141, del D,Lgs. n.267/2000, ha sancito la decadenza dei sindaci e delle rispettive giunte, in caso di scioglimento del consiglio comunale.
La Sicilia, dopo molti anni, finalmente, con le leggi regionali di cui sopra si è uniformata alla normativa nazionale, stabilendo validi e democratici contrappesi al potere assoluto dei sindaci.
Approfittando di una presunta, dubbia, retroattività, dell’art. 2 della L.R. n. 6/2017, i sindaci (o il vagheggiato partito dei sindaci ?) chiedono di revocare tali normative, che stabiliscono il grande principio del simul stabunt simul cadent, che rappresenta la più alta forma di democrazia di organi eletti contestualmente e che, complessivamente, rappresentano l’intera comunità locale.
Gli organi comunali devono mantenere una stretta collaborazione senza alcuna prevaricazione dell’uno sull’altro.
I problemi di governabilità e l’interesse dei cittadini non si assicurano delegando un solo uomo al comando, ma con una costante, leale, collaborazione istituzionale e politico-amministrativa tra sindaco e consiglio comunale.
L’ANCI – Sicilia- che legge per conoscenza, deve ricordare che rappresenta i comuni siciliani e, quindi, tutti i loro organi e non soltanto i sindaci.
Chiediamo, pertanto, all’on. Leoluca Orlando ed alla dirigenza dell’ANCI, di non intestarsi una battaglia di retroguardia che creerebbe, inevitabilmente, profonde fratture, anche, all’interno dell’Associazione.
Sia chiaro, non chiediamo che i consigli comunali debbano essere sciolti ed i sindaci dichiarati decaduti, in caso di mancata adozione dei documenti contabili entro i termini stabiliti dalla legge (spesso non rispettati per responsabilità e ritardi della Regione), bensì che venga mantenuto in Sicilia, come avviene nel resto d’Italia, il principio per il quale, in caso di mancata approvazione dei documenti contabili vengano sciolti i consigli comunali e, contestualmente, dichiarati decaduti i sindaci.
Questa nostra “benedetta” autonomia non può continuare a creare imbarazzanti disparità con il resto d’Italia.
Per rappresentare meglio le nostre ragioni chiediamo al consiglio di presidenza dell’ARS ed agli on.li presidenti dei gruppi parlamentari un incontro per il giorno 26 aprile p.v., presso la presidenza dell’ARS, dove a supporto è prevista una numerosa presenza di consiglieri comunali, già mobilitati.
Certi che le on.li SS.LL. vorranno positivamente valutare quanto da noi rappresentato ed in fiduciosa attesa, porgiamo distinti saluti.

Il coordinamento regionale dei
consiglieri comunali siciliani
“Vera democrazia”

Redazione
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