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Agrigento e i costi della politica

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Un rischio che ormai condividono tanti Comuni dell’hinterland agrigentino riguarda il dissesto finanziario.
Prima Porto Empedocle, poi Favara e adesso anche il Comune di Agrigento. Si sono rivisti i conti, e i debiti, 34 milioni di ruro, e si è arrivati alla soluzione che entro l’autunno sarà predisposta la richiesta al ministero dell’Interno per tentare di accedere al piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Approvato il bilancio, l’Ente si avvia verso la fase di pre-dissesto, una situazione già nota prima con Lillo Miccichè, e poi con Marco Zambuto.
In queste ore divampano le polemiche da parte dei consiglieri comunali di Opposizione e della segreteria del Partito Democratico che esprimono profonda preoccupazione per la possibilità, ormai quasi certa, del pre-dissesto e chiedono altresì che i sacrifici non vengano solo fatti dai cittadini, con l’aumento delle tasse, ma che in primis vengano ridotti i costi della politica, ad esempio riducendo le indennità di carica del 50 % del sindaco, della giunta, del presidente del consiglio e dei consiglieri comunali per gli anni 2016 e 2017, destinando i soldi risparmiati alla solidarietà sociale.
Nel merito della questione interviene l’assessore al Bilancio, Giovanni Amico.
Intervista al Vg di Teleacras.

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