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Crisi edilizia in Sicilia, appello a Mattarella

In Sicilia il settore dell’edilizia, da sempre motore trainante dell’economia isolana, è prossimo al fallimento. La Consulta regionale delle Costruzioni ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Mattarella, premettendo innanzitutto i numeri: meno 90% di bandi di gara pubblicati negli ultimi 9 anni, e dal 2008 al 2016 si sono persi 100 mila posti di lavoro, quindi meno 40%. Poi, rivolgendosi a Mattarella è stato scritto: “Richiami tutti gli amministratori pubblici siciliani all’immediata ripresa dell’esercizio delle funzioni per le quali sono stati eletti, evitando che il perpetrarsi di tali loro comportamenti possa minare la credibilità stessa delle Istituzioni, alimentare pericolosi populismi ed estremismi e mettere a rischio l’ordine pubblico nella regione italiana a più alto indice di povertà. Da anni i nuovi bandi per opere pubbliche sono fermi malgrado ci siano i fondi e i progetti cantierabili. In Sicilia sono disponibili, per opere pubbliche pronte all’appalto, quasi 4 miliardi di euro, ma dal 2012 questi progetti non diventano cantieri. Dallo stesso anno le imprese del settore avanzano quasi 1 miliardo di euro per lavori eseguiti e o non pagati o saldati con ritardi superiori alla media del resto d’Italia. Quale peccato va attribuito a quelle centinaia di pubblici amministratori che, pur avendo ricevuto le risorse destinate allo sviluppo, non hanno pagato le forniture di lavori eseguiti facendo chiudere migliaia di imprese di costruzioni, o che non hanno appaltato i lavori e hanno distolto i fondi per foraggiare clientelismi e spese improduttive?”.

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