Dopo un’attesa di ben 10 anni, finalmente anche la Sicilia si dota del Piano socio-sanitario, con l’obiettivo prioritario di tutelare tutte le fasce deboli e a rischio. Lo strumento di programmazione prevede sistemi di accreditamento per adulti con disabilità, soggetti con dipendenze patologiche e minori, e percorsi di erogazione per le cure domiciliari.
È stato presentato a Palermo dall’assessore alla Salute della Regione Siciliana Baldo Gucciardi, insieme all’assessore alla Famiglia e alle Politiche sociali Carmencita Mangano e al presidente della commissione Sanità Giuseppe Di Giacomo.
Tra le novità più rilevanti introdotte vi sono l’approvazione delle linee guida per istituire l’Ufficio unico inter-assessoriale, che dovrebbe snellire le procedure burocratiche necessarie per ottenere i servizi richiesti, e delle indicazioni per l’elaborazione e la gestione dei progetti di vita individualizzati, puntando sull’assistenza domiciliare integrata. Molto importante, inoltre, è l’attivazione delle procedure per l’inclusione socio- lavorativa in salute mentale attingendo a finanziamenti da leggi che prevedono risorse specifiche. Entrando più nel dettaglio, l’assistenza domiciliare integrata è una forma di assistenza rivolta a soddisfare le esigenze di anziani, disabili e di pazienti affetti da malattie cronico-degenerative e malattie rare che necessitano di un’assistenza continuativa di tipo sociale e socio sanitaria. L’obiettivo è quindi consentire al disabile il più a lungo possibile il conforto della propria casa, diminuendo notevolmente, in questo modo, anche i costi dei ricoveri ospedalieri non essenziali.
Per l’assessore Gucciardi “il piano rappresenta una svolta culturale. Finalmente – aggiunge – adottiamo un sistema di regole integrato che mette insieme l’assistenza sanitaria e quella sociale. In questo modo diciamo addio a un sistema disorganizzato che non riusciva a offrire al paziente un servizio al cento per cento”. E l’assessore alle Politiche sociali, Carmencita Mangano, sottolinea: “Il piano mette al centro la persona. Non avremo più un’assistenza frammentaria e disorganizzata, ma finalmente saremo guidati da una visione integrata tra sanità e sociale”.