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Il Tar condanna la Prefettura di Agrigento

L’avvocato Girolamo Rubino
A seguito dello scioglimento per mafia del Comune di Camastra nell’aprile scorso, il sindaco Angelo Cascià ha chiesto al ministero dell’Interno l’accesso agli atti, ed in particolare alla relazione della Prefettura di Agrigento, al fine di potere esercitare il proprio diritto di difesa. La Prefettura ha negato l’accesso agli atti sostenendo il carattere riservato di tale documentazione. L’ex sindaco Cascià ha presentato ricorso giurisdizionale al Tar tramite gli avvocati Girolamo Rubino e Rosario De Marco Capizzi. E gli avvocati Rubino e De Marco Capizzi hanno censurato il provvedimento impugnato sotto il profilo della violazione di legge, atteso che il divieto di accesso alle relazioni prefettizie ed agli atti prodromici allo scioglimento del consiglio comunale opera solo ove tale accesso possa pregiudicare la sicurezza e l’ordine pubblico, ovvero ancora la prevenzione o la repressione della criminalità. E, inoltre, che deve essere garantito ai richiedenti l’accesso ai documenti amministrativi la cui conoscenza sia necessaria per curare o difendere i propri interessi giuridici, citando copiosa giurisprudenza amministrativa del Consiglio di Stato e dei Tar. Si sono costituiti in giudizio il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Agrigento. Il Tar ha condiviso integralmente le censure formulate dagli avvocati Rubino e Capizzi. Annullato il diniego della Prefettura di Agrigento. Ordinato alla Prefettura di esibire gli atti richiesti. E condannati Ministero e Prefettura a pagare le spese di giudizio.

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