Ad uccidere Ignazio Scopelliti a Palma di Montechiaro sarebbe stato il cognato. Arrestato per omicidio volontario Raimondo Burgio. I dettagli. A Palma di Montechiaro è morto il giorno dei Morti Ignazio Scopelliti, bracciante agricolo, 45 anni di età. Lui sarebbe scappato correndo dalla casa dei familiari della moglie, è stato inseguito e ucciso a colpi di pistola. Il cadavere ha insanguinato un tratto della via Palladio, nel centro urbano del paese del Gattopardo. Ignazio Scopelliti avrebbe litigato a casa dei suoceri, e non sarebbe stata la prima volta. Lui già da tempo non avrebbe esitato a maltrattare la moglie, Lucrezia Burgio, e i quattro figli. E ciò tanto che il difensore della donna, l’avvocato Santo Lucia, si è rivolto ai Carabinieri affinchè, in un modo o in un altro, si frenasse l’escalation di violenza che, invece, sarebbe stata risolta premendo il grilletto. La coppia non è stata ancora separata ma, in ragione dei rapporti tesi, è stata distante. E lui, Scopelliti, avrebbe più volte tentato molestamente di riallacciare la relazione con la Burgio, intransigente, invece, nella separazione. E il padre e il fratello di Lucrezia Burgio hanno altrettante volte denunciato ai Carabinieri il genero e cognato per molestie e violenze. E l’ultima denuncia risale alla sera di giovedì scorso. Poi venerdì mattina Scopelliti si è ripresentato a casa Burgio, manifestando scalmanato le proprie pretese. Il cognato, Raimondo Burgio, 35 anni, si sarebbe spazientito fatalmente, avrebbe impugnato una pistola e lo avrebbe ucciso. I Carabinieri e la sostituto procuratore di Agrigento, Emiliana Busto, hanno trascorso nove ore ad interrogare Raimondo Burgio e suo padre Salvatore, 72 anni, ed entrambi hanno negato responsabilità. Poi Raimondo sarebbe stato incastrato dalle immagini registrate da alcune telecamere di video-sorveglianza nella zona. Ed è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per omicidio volontario. Martedì prossimo si svolgerà l’udienza di convalida. Il suo difensore, l’avvocato Santo Lucia, è lo stesso della sorella, che non ne ha più bisogno. Salvatore Burgio, che avrebbe nascosto la verità pur essendone a conoscenza, è stato denunciato per favoreggiamento. L’arma del delitto è stata sequestrata: è una pistola semiautomatica calibro 9, legalmente detenuta da Raimondo Burgio.