La Procura di Caltanissetta chiede e ottiene dal Tribunale la proroga delle indagini, per altri sei mesi, sul filone politico dell’inchiesta “Montante”.
I primi sei mesi di indagini preliminari si sono conclusi lo scorso 17 giugno. La Procura della Repubblica di Caltanissetta ritiene di non avere ancora concluso il proprio lavoro, e ha chiesto una proroga delle indagini di altri sei mesi nell’ambito della seconda ‘tranche’ dell’inchiesta cosiddetta “Double Face” che, tra l’altro, ha provocato l’arresto e poi la condanna in primo grado di Antonello Montante. Si tratta delle ipotesi di finanziamenti illeciti alla campagna elettorale dell’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dell’asservimento del governo regionale, in particolare dell’assessorato alle Attività produttive, alle volontà dello “staff Montante”. I magistrati indaganti intendono approfondire le contestazioni di reato, e la Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Antonia Leone, ha risposto sì, ok alla proroga di altri sei mesi. Dunque, indagini e indagati: la Procura della Repubblica di Caltanissetta indaga su un gruppo di imprenditori che nel 2012, in occasione delle elezioni Regionali, si sarebbero auto-tassati per finanziare la campagna elettorale del poi eletto presidente della Regione, Rosario Crocetta. Si tratta di Giuseppe Catanzaro, Carmelo Turco, Rosario Amarù e Totò Navarra. A loro si contestano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti. Turco, Amarù, Navarra, Catanzaro e lo stesso Montante avrebbero versato ciascuno circa 200mila euro, dunque 1 milione di euro, per sostenere la candidatura di Rosario Crocetta, che ha già replicato così: “Mai presi fondi neri per la mia campagna elettorale. In genere servono per comprare voti e io non ho mai pagato nessuno in vita mia. I contributi che ho ricevuto, roba da 5mila euro, sono arrivati da imprese di Gela. E’ tutto tracciabile e in regola con la legge. Se poi queste imprese aderivano a Confindustria non lo so, so invece che Sicindustria non mi ha dato un euro. E’ vero, nel 2012 ho fatto l’accordo politico con Confindustria, con l’associazione che stava combattendo contro la mafia. Persino Claudio Fava dichiarò all’epoca che in Sicilia bisognava fare alleanze con Antonello Montante e Ivan Lo Bello impegnati nella lotta al racket delle estorsioni, una battaglia sostenuta anche da ministri e magistrati. Non ho mai fatto favori ad Antonello Montante e a Giuseppe Catanzaro, anzi: fu il mio governo a bloccare l’operazione di vendita dell’Azienda siciliana trasporti alla Jonica trasporti dove Montante era socio, e Montante fu pure condannato a pagare le spese legali. E fui io a fare chiudere per tre mesi la discarica di Siculiana di Catanzaro perché non si adeguava alle prescrizioni durante l’emergenza rifiuti, creandogli un danno per 10 milioni di euro. E poi, riguardo la scelta degli assessori, quando feci l’accordo politico con la Confindustria della legalità, Linda Vancheri, che lavorava nella Confindustria di Caltanissetta da dove era partita la svolta antiracket, entrò in giunta in quota Confindustria con la delega alle Attività produttive, mentre Mariella Lo Bello come rappresentante della Cgil all’Ambiente. Quando Vancheri decise di andarsene, contro la mia volontà perché volevo che seguisse l’Expo sino alla fine, fui io a nominare Mariella Lo Bello alle Attività produttive e senza indicazione di Montante. E a nominare Mariagrazia Brandara a capo dell’Irsap fu l’assessore Mariella Lo Bello perché guidava il dipartimento di competenza”.