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Covid, l’appello dei sindaci agrigentini

L’appello dei sindaci agrigentini: “Servono provvedimenti straordinari per contenere la diffusione del contagio da covid 19”

I sindaci della provincia di Agrigento hanno firmato un accorato appello alle massime autorità istituzionali e sanitarie regionali e nazionali ed hanno chiesto provvedimenti straordinari per contrastare la diffusione del coronavirus. I sindaci sono allarmati del rapido aumento dei contagi (più 260 nell’ultimo bollettino del ministero della Salute) e scrivono che “il territorio presenta un quadro diffuso di carenze strutturali, soprattutto in alcune aree interne, tali da non reggere un ulteriore avanzamento dell’epidemia”. Nella lettera-appello, trasmessa alla Regione siciliana e al governo nazionale, i sindaci hanno stilato un elenco di 10 interventi necessari per limitare la corsa inarrestabile della pandemia. Chiedono di assicurare, con i tamponi rapidi in via prioritaria, la tempestiva individuazione dei casi Covid-19; garantire ai medici di base la possibilità di effettuare tamponi rapidi per una precoce diagnosi; potenziare i laboratori di analisi dei distretti sanitari per effettuare un maggior numero di tamponi; aumentare il personale per la tracciabilità dei contatti dei soggetti affetti da virus; e poi tamponi rapidi nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado; autorizzare i medici di famiglia e il personale parasanitario, in collaborazione con i Comuni, ad effettuare tamponi rapidi ai cittadini; sottoscrivere apposite convenzioni con laboratori privati per effettuare più tamponi; fornire ai medici di base ulteriori vaccini anti-influenzali per le vaccinazioni dei bambini, da 0 a 6 anni e alla popolazione adulta, dai 60 anni in su; e, infine, istituire, continuativamente, anche nei fine settimana, in tutti i distretti sanitari, anche in quelli periferici, le Usca, ovvero le Unità speciali di continuità assistenziale, per prevenire ritardi e disservizi. Le richieste scaturiscono dal grave quadro epidemiologico della diffusione del Covid- 19 che vede coinvolti tutti i Comuni della provincia agrigentina e dalla consapevolezza che “appare indispensabile – scrivono i sindaci – attuare un punto cardine del sistema sanitario, che vede nella prevenzione lo strumento più idoneo a tutelare il diritto alla salute, costituzionalmente garantito”.

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